Il Veneto si mobilita: decine di sindaci in piazza per Silvio

VeronaL’appuntamento è stamattina alle 10.30, in piazza Bra a Verona. Una settimana esatta dopo la domenica di sangue in piazza Duomo a Milano, che a Verona era anche la domenica di Santa Lucia, la festa che porta i doni ai bambini. Oggi il Popolo della libertà scaligero si incontra in piazza per stare vicino, idealmente, a Silvio Berlusconi. Non al leader politico, non al presidente del Consiglio, ma all’uomo.
Ci sono il sindaco Flavio Tosi con decine di primi cittadini del Veronese. C’è Aldo Brancher, sottosegretario alle Riforme. Francesca Martini, sottosegretario alla Sanità. I fratelli Alberto, sottosegretario alle Finanze, e Massimo Giorgetti, assessore regionale ai Lavori Pubblici. Giovanni Miozzi, presidente della Provincia. E c’è soprattutto tanta gente comune, che vuole soltanto dire no alla violenza.
Nessuno slogan, nessun inno di partito, nessun colore, solo una frase pronunciata dal presidente del Consiglio e stampata sul volantino dell’appuntamento: «L’amore vincerà sempre sull’odio». Attorno c’è solo la neve che copre la piazza, sullo sfondo il grande albero addobbato per ricordare il tempo dell’Avvento, dell’antica misericordia.
«Questa è un’azione doverosa, per mostrare che il popolo del voto è anche il popolo che non usa lo spazio pubblico per smentire il diritto democratico ma, al contrario, per rafforzarlo. Il diritto non vuole lo scontro, ma pretende la vicinanza del calore umano», spiega Giancarlo Conta, assessore regionale e coordinatore cittadino del Pdl, tra gli organizzatori della manifestazione. «Verona non intende gridare - continua - solo testimoniare la sua condanna alla violenza, alla follia portata fino alla degenerazione degli istinti, alla bestialità che cancella ogni ragione. Abbiamo invitato gli amici, abbiamo detto loro che portino un amico, al di là delle catene partitiche. Lo abbiamo fatto col passaparola, con gli sms, con le telefonate, con i messaggi via internet. Nessun blog di istigazione all’odio, solo parole semplici perché tutti vengano a dire insieme: basta violenza sulla dignità della persona».
Decisa dal coordinamento provinciale del Pdl, la manifestazione veronese è stata organizzata così, dalla base, spontaneamente. L’augurio degli organizzatori è che presto venga imitata da altri cittadini, in altre città grandi e piccole di tutta Italia. Per dimostrare che il colore delle piazze italiane non è solo il viola dell’odio politico o il rosso del sangue, ma anche le mille tonalità della libertà e della democrazia.
Oggi piazza Bra chiama la gente anche dalla provincia, nonostante la neve. A pochi passi da qui c’è una chiesetta. All’interno si può sfogliare il «libro dei passanti», un diario posto davanti all’altare della Madonna Nera. Lunedì qualcuno ha scritto una breve frase, molto semplice: «Accendo una candela per Silvio Berlusconi». È soltanto una riga scritta a penna, avvolta nel silenzio della chiesa. Eppure sembra che risuoni più alta delle migliaia di grida violente che in questi giorni hanno rimbombato su Facebook e sui muri delle università. Leggermente è stata vergata in questo spazio, che ricorda un’altra frase. Quid est veritas?, chiese Pilato a Cristo.

Cristo non rispose, perché davanti a sé in quel momento non aveva un uomo, ma un giudice e l’imperfetta giustizia umana non potrà mai raggiungere la Verità. Cosa che troppo spesso l’uomo dimentica. Il giudice Ponzio Pilato si lavò le mani. Strana spirale della storia: nulla c’è di nuovo sotto la neve. Anche allora i giudici avevano le mani pulite.

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