Cronache

Versi arabi... in genovese

Abbiamo sotto mano, grazie alla cortesia dell'amico collezionista Paolo Benvenuto di Sori, un raro ed introvabile volumetto edito nel 1904, contenente una trentina di poesie scritte dal poeta e commediografo genovese Nicolò Bacigalupo. Nato a Genova nel 1837, Bacigalupo lavorò come tesoriere al Comune di Genova, ma dedicò alla lingua genovese tutto il suo tempo libero. La sua opera è in gran parte costituita da poesie e poemetti di contenuto ironico e scherzoso, ma fu anche traduttore nella lingua genovese di opere come «Vert Vert» di Gresset, divenuta il celebre «Pappagallo de moneghe», «L'Eneide» di Virgilio, ed ancora le «Odi ed Epodi» di Orazio. Un altro capolavoro di Bacigalupo, ripreso qualche decennio fa in chiave musicale da Piero Parodi, è il «Canto da rumenta» ode ridanciana e scherzosa ma che nasconde serie considerazioni morali sulla vanità umana.
Grande notorietà, soprattutto postuma, ebbero poi molte sue commedie, magistralmente interpretate dall'indimenticabile Gilberto Govi: valga solo ricordare «I manezzi pe' majâ 'na figgia» dove i semplici intrecci, le caratterizzazioni, le argute battute ne crearono la fortuna.
Il libretto del 1904 fu pubblicato postumo dal suo amico Umberto Villa, pochissimo tempo dopo la scomparsa del poeta e raccoglie una trentina di poesie che già apparvero sulla rivista genovese «Successo» che, diretta dallo stesso Villa, si pubblicava a Genova dal 1889. Le poesie sono per lo più simpatici quadretti che ritraggono i borghi della riviera, ma il libro si apre con una curiosa canzone araba, che a ben leggerla poi si scopre essere in lingua genovese. Questa canzone fu scritta da Bacigalupo nel 1891, in occasione della venuta a Genova di una compagnia di Beduini, che si produsse in spettacoli tenuti sulla spianata del Bisagno. Un padiglione era dedicato alla danza del ventre nella quale si producevano alcune donne arabe e che ispirarono il poeta. Ne riportiamo il testo consigliandone la lettura… in genovese.
El pan's habbal (La pancia balla)
Hokkom habbal hokkom habbal habben
el pan's hottin del put hannel harab
hokkom o messch, hokkom o mesch aben
colk ul kappar hun bel sakkon d'Essab.
El pan s'aggir, askitt, askitt habbal
havasciù ezù kappar nabbal degomm
can'd affah el bot e can'd happas elfal
Ekke stu pir ellah fah tuth ekom!
Ch'egust haddà.

Allah! Allah! el tamtam
et tamb hurlin el sen dehlsci gorel
Hokkom el bahl kefà q'hui tre salam
Hokkom alleh, hokkom alleh mahib hell.
(Nicolò Bacigalupo, 1891)

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