Viagra «falso» Aziende accusate di ricettazione

Un successo planetario, quello del Viagra. Un affare per la Pfizer, la casa farmaceutica che lo produce, da 40 milioni di euro l’anno. E una fetta di questo mercato, negli ultimi anni, è finita ai produttori di pillole contraffatte. Per questo, ieri, i rappresentanti di due società di intermediazione hanno dovuto rispondere delle accuse di ricettazione e violazione della legge sui brevetti.
Tutto inizia tre anni fa, da un’inchiesta condotta dai carabinieri di Bolzano che aveva portato alla luce un vasto mercato di «Sidenafilcitrato», il principio attivo del Viagra, brevettato dalla Pfizer fin dal 1991.
Nel corso delle indagini, infatti, era stata trovata una prima «pillola blu» venduta senza chiedere l’autorizzazione alla casa farmaceutica. La prima di molte. Da allora, la Pfizer Italia - che ha stimato un danno economico di 4-5 milioni di euro l’anno - ha presentato 250 denunce in diverse procure del Paese, contro farmacisti e società di brokeraggio.
Il processo di ieri riguarda Alfredo L., 64 anni, e Massimo C., 55, rappresentanti legali della «Chemical srl» e della «Culmine ss», società di intermediazione specializzate nella commercializzazione di principi attivi.

Secondo il pubblico ministero Luciana Greco, gli imputati avrebbero acquistato da altre due società, la «Effepharma» e la «Agrar», un totale di oltre 3 chili di «Sidenafilcitrato» (quando con un grammo di principio attivo si producono 20 compresse di Viagra da 50 milligrammi, vendute a 10 euro l’una), per poi rivenderlo sottobanco a farmacisti.

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