Vietato a Venezia fare Capodanno col botto

L’assessore che ha proibito l’uso dei petardi è lo stesso che ha messo al bando i sacchi a pelo

Marino Smiderle

da Venezia

L’avvocato Augusto Salvadori è quello che si dice un uomo di destra. Forse è per questo che il sindaco di Venezia, dopo aver vinto il duello all’ultimo sangue con il giudice Casson alle ultime elezioni in laguna, l’ha scelto per tenere sotto controllo il decoro della città.
Memore, tra le altre cose, del lavoro immane che Salvadori, da assessore democristiano, svolse negli anni ’80 per debellare il flagello dei saccopelisti. Stavolta nel mirino del censore veneziano sono finiti i botti di fine anno: guai a chi oserà far scoppiare un petardino nei dintorni di piazza San Marco l’ultima notte dell’anno. Per i trasgressori sono già pronte denunce e multe salatissime. Salvadori è assessore al Turismo, ma in realtà ha voluto che sulla delega assegnatagli da Cacciari fossero scritte anche altre cosine, tipo «Tutela del decoro della città» e «Tutela di polizia contro il moto ondoso». Nel decoro della città sono compresi i provvedimenti, presi sempre da Salvadori, contro i turisti estivi che passeggiavano in piazza San Marco a torso nudo e ciabatte. Logico che, in prossimità della notte di San Silvestro, l’assessore abbia pensato di prevenire quell’esplosione di fuochi e mortaretti che le migliaia di persone riunite in centro a Venezia avevano sicuramente in mente di scatenare. Niente da fare. Venezia non è Napoli, e ogni trasgressore verrà punito. Se l’assessore Salvadori, già candidato sindaco (anche contro Cacciari) nella lista dell’imprenditore post-leghista Giorgio Panto, Progetto Nord Est, si era espresso a proposito dei botti di fine anno con un programma semplice («Tolleranza zero»), l’Amministrazione comunale ha tradotto le sue intenzioni con un un linguaggio più politically correct: «Anche a prescindere da ordinanze specifiche che saranno firmate nei prossimi giorni, l’uso di petardi, mortaretti e, in genere, dei cosiddetti botti, è comunque vietato».
A questo «avviso bonario» è stato allegato anche un caldo invito per le migliaia di turisti che passeranno l’ultimo dell’anno nella magia di Venezia: non lasciate in giro rifiuti e cocci di vetro che potrebbero rivelarsi molto pericolosi. In più, considerati i tempi di magra, il Comune non ha organizzato festoni all’aperto, al punto da sospendere la tradizionale festa in piazza Ferretto, a Mestre. Nella filigrana di queste ordinanze travestite da raccomandazioni, si legge chiaramente la firma dell’assessore Salvadori, il Torquemada degli straccioni, il Catone del buon gusto, il guardiano di Venezia. Cacciari, ovviamente, ha messo il fiocco a questo pacchetto di provvedimenti repressivi di fine anno.

Perché, come si sa, le politiche di destra, specie quelle più dure, vengono digerite tranquillamente soltanto se a farsene paladino è un politico di sinistra. Meglio ancora se a farlo è uno dei più autorevoli esponenti della sinistra italiota.

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