Il villaggio rom cresce all’ombra della Lanterna

Il villaggio rom cresce all’ombra della Lanterna

Da lontano si vede la Lanterna, simbolo della città di Colombo e Garibaldi. Ma tra le «fresche frasche» di via Ballaydier, sotto la rampa in salita della Soprelevata, è terra di rom, con tanto di accampamento-slum e traffici sospetti. La denuncia è del consigliere provinciale di Savona, Roberto Nicolick, area di centrodestra che racconta: «Mentre risalivo in scooter dal Lungomare Canepa, ho notato l’area verde che era sotto la rampa di accesso alla Soprelevata. Mi sono fermato per osservare meglio e ho scoperto decine di baracche di fortuna, coperte da teli impermeabili tenuti fermi da copertoni di camion, qualche tetto in lamiera, legno di recupero, cani, famiglie rom con bimbi e donne, frigoriferi. Insomma una cittadella di zingari in piena regola, costruita in mezzo alla folta vegetazione che la nasconde alla visuale di chi guarda dalla strada». Il consigliere provinciale riferisce della vita quotidiana del campo, secondo le regole del popolo randagio: «bimbi seminudi corrono tra i cespugli, le donne lavano i piatti sedute attorno alle tinozze, gli uomini discutono su come procurarsi cibo e denaro a spese dei genovesi». Nicolick non si è limitato a guardare, parcheggiato lo scooter dice di essersi inoltrato nella via dove ci sono parecchi ex magazzini portuali, ormai diroccati. Il village-rom, dove vivono un centinaio di gitani, risulta assolutamente invisibile dalla strada, coperto com’è dagli alberi, ma anche da un muro di cinta alto tre metri. «Forse - annota il consigliere savonese - si tratta di un ex magazzino senza tetto al cui interno è nata e cresciuta la baraccopoli zingara».

Nicolick parla quindi di ingressi camuffati, di rom-sentinella pronti ad avvertire se qualche estraneo si avvicina, di frotte di zingare con bimbi in braccio che si avviano a prendere gli autobus, «forse per andare ad elemosinare», di un «omaccione» capo-villaggio e della sua bellissima e giovane donna che gli sta accanto in una specie di ufficio di fortuna dove tutti gli zingari vanno a prendere ordini, delle ragazze-prostitute che «esercitano» a poca distanza dalla favela forse trampolino di lancio per attività illecite. «Il tutto - osserva Nicolick - vicino dalle caserme della Guardia di Finanza e dei vigili del Fuoco, con bene in vista la Lanterna e accanto ad un deposito della Costa Crociere».

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