Una vita per la ricerca farmaceutica

La ricerca farmaceutica italiana ha registrato un grande impulso da Claudio Cavazza, il capitano d’industria morto a Roma all’età di 77 anni. Con la Sigma-Tau, l’impresa da lui fondata nel 1957 ed ora presente con proprie consociate e fabbriche in Europa, Stati Uniti, ha esplorato nuove frontiere della biologia molecolare alla ricerca di cure efficaci e innovative per le malattie oncologiche, cardiache, del metabolismo. Dei 2400 dipendenti oltre 400 sono ricercatori, intense le collaborazioni scientifiche con università italiane, statunitensi, giapponesi. L’entusiasmo a Cavazza certo non mancava e lo dimostrava nel saper accettare le sfide che lo hanno portato a ricoprire un ruolo anche sul piano umanistico e della divulgazione della conoscenza attraverso la Fondazione Sigma-Tau che ha legato il suo nome a SpoletoScienza, la sezione scientifica del Festival dei Due Mondi. Ha introdotto nella progettualità imprenditoriale e nella medicina i concetti di globalità e complessità delle scienze umanistiche, per promuovere il dibattito accademico e culturale e favorire il progresso scientifico. In quest'ottica, sposando con entusiasmo un'idea della Casa editrice Laterza, ha promosso una collana editoriale, le Lezioni italiane, organizzate con la cooperazione della Fondazione, di Laterza e di varie cattedre universitarie italiane.
Dopo la laurea in chimica farmaceutica ha frequentato la cattedra del professor Siliprandi, ordinario di biochimica all’università di Padova prima di dedicarsi all’attività imprenditoriale. A metà degli anni Sessanta mise a punto Rekord B 12 che divenne uno dei farmaci più venduti. Investì le nuove risorse finanziarie nella ricerca che, anno dopo anno, assorbiva il 15 per cento del volume di affari (oltre 750 milioni di euro). Le sue convinzioni, la passione, la determinazione, hanno fatto intraprendere ai suoi ricercatori lo studio del metabolismo e delle carnitine, sostanze di origine naturale, endogene e prive di effetti collaterali, che consentono alla cellula di ricavare le proprie fonti energetiche. Presidente di Farmindustria, l’associazione delle industrie farmaceutiche italiane dal 1986 al 1992, vicepresidente dell’Efpia, l’associazione di quelle europee, premiato dalla contea del Maryland (Usa) per l’attività di ricerca nel settore della malattie rare, cavaliere del lavoro nel 2005, laurea Honoris causa in medicina dall’università di Genova. Nel dicembre 2009 gli è stato conferito il titolo di Socio Benemerito dell'Associazione Italiana Sindrome X Fragile Onlus per l'impegno dimostrato. Amava ripetere: « le esigenze del nostro corpo vanno comprese e rispettate. Il malato non è un insieme di organi avulsi l’uno dall’altro, ma una persona con tanti sistemi che si scambiano informazioni. La medicina deve favorire le nostre difese, l’armonia della nostra complessa realtà. L’uomo deve tornare al centro di qualsiasi cura. Ogni terapia deve essere il più possibile personalizzata e la ricerca deve avere come obiettivo la crescita delle nostre risorse». Da decenni, con grande entusiasmo, Cavazza cercava di abbattere tutti i tabù che portavano la comunità scientifica internazionale alla misconoscenza dell’importanza della carnitina per il nostro metabolismo. Da anni sono sempre più numerosi gli scienziati che concordono sul valore di questa sostanza e la ritengono fondamentale.
Sergio Dompé, presidente di Farmindustria ha così commentato la sua partenza: «Un imprenditore illuminato che aveva a cuore il futuro del settore farmaceutico e del proprio Paese, e che seppe far crescere la sua azienda sino alle recenti acquisizioni negli Stati Uniti. Un amico prima ancora che collega con cui ho condiviso tante battaglie. Perdiamo uno degli industriali più appassionati e determinati, che ha contribuito allo sviluppo di un settore hi tech orientato alla Ricerca. Ha sempre considerato la farmaceutica un patrimonio industriale e leva fondamentale per il progresso dell'Italia e della sua economia».

Claudio Cavazza nel corso della sua vita, oltre alla ricerca ed allo sviluppo della Sigma Tau, ha coltivato due grandi passioni: l'arte in tutti i suoi aspetti (apprezzava la pittura di De Chirico e di Cy Twwuombly) e il Jazz, che lo ha accompagnato per tutta la sua esistenza, fin da Bologna quando negli anni Cinquanta era un giovane universitario.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica