Dopo Mantova e lallestimento presso le sale del castello di San Giorgio, storica dimora dei Gonzaga, la mostra che pone laccento sulla qualità scultorea dellarte di Lucio Fontana arriva a Roma. Negli spazi della Galleria nazionale darte moderna, pur proponendo le opere mantovane essa si differenzia per la natura del «contenitore» e per lallestimento ad hoc, che ne rimodella il carattere. Il curatore è Filippo Trevisani, il quale si è avvalso della collaborazione della Soprintendenza romana, dellapporto di uno dei critici più legati allartista, Enrico Crispolti, e della fondamentale disponibilità della Fondazione Fontana, che ha prestato la maggior parte delle opere.
La ragione di una mostra «concettualmente fondata sulla scultura», scaturisce da unaffermazione dello stesso artista, il quale nel 39 affermava: «Non sono un ceramista, sono uno scultore». Rileggere la storia della sua produzione alla luce di una vocazione mai tradita, di unimpronta forte come il gesto pieno di energia che ne contrassegna lintero percorso, è parsa unesigenza critica da soddisfare con pienezza. Ecco dunque la ragion dessere e il filo conduttore del percorso espositivo, che conduce il visitatore in un viaggio a ritroso che parte dalla fase più celebre, quella dei Concetti Spaziali degli anni 50 e 60, nei più diversi supporti, e delle Nature, per le quali è stato fatto un omaggio alla soluzione allestitiva di Luciano Baldessari per la retrospettiva di Palazzo Reale del 72, nonché delle ultime sculture «missilistiche».
Segue laccostamento tra lAmbiente Spaziale a luce nera (1949), presentato alla milanese Galleria del Naviglio, e gli acquerelli, le guaches che lo annunciarono, oltre a una selezione di disegni che dalle figure del 31 arrivano ai progetti del 1960. Quella formazione da scultore, che ne determinò la prima ventennale attività cui seguì la sperimentazione su tela di unidea dello spazio e dei rapporti tra le superfici e con esso, ha pesato sulla considerazione del primo Fontana, come se si fosse espresso in una modalità preparatoria.
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