Vola il mercato online Gli italiani giocano più di 13 milioni al giorno

Ma quanto piace agli italiani giocare online. A fine anno il settore, che permette di cimentarsi a distanza su più tipologie di gioco, raggiungerà i 5 miliardi di raccolta: è la stima avanzata nel corso dei lavori dell’Associazione Europea per lo Studio del Gioco (Easg) che hanno avuto luogo a Vienna. Ipotesi interessante ma forse eccessivamente ottimistica. Al traguardo mancano 1800 milioni perché nei primi otto mesi del 2010 la raccolta (fonte Agicos) è stata pari a 3,2 miliardi (oltre 13 milioni al giorno) con un aumento del 40% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Vedremo cosa accadrà nell’ultimo quadrimestre. Di sicuro sarà superato il record del 2009 con 3 miliardi e 765 milioni di raccolta. L’anno prima era stato di 1,4 miliardi. Un balzo incredibile. Di questo va dato atto ad Aams che ha fatto emergere una fetta molto importante del gioco illegale e che prosegue su questa strada con il lancio di nuovi prodotti. L’esempio più eloquente arriva dal poker che, in versione online, ha raccolto 4,7 miliardi in due anni esatti. Nel 2010 arriverà complessivamente a 3,5 miliardi. Di minore consistenza invece il balzo delle scommesse sportive che metteranno a segno un nuovo record, ma di poco superiore a quello registrato nel 2009: si passerà da 1,2 a 1,4 miliardi. Qualcosa migliorerà in futuro con il gioco “live”. Nel frattempo si continua a scommettere prevalentemente nei punti e nelle agenzie autorizzate per la natura intrinseca della scommessa sportiva. In progresso SuperEnalotto, Win for Life e Bingo.
Ma è indubbio che il futuro del gioco è proprio sul web con l’acquisizione di un pubblico giovane (compreso fra i 20 e i 35 anni) cresciuto in simbiosi con il pc. Quel pubblico che continua a sfuggire all’ippica con evidenti ripercussioni su un settore in rottura prolungata per mancanza di appeal e progettazione.
La conferenza di Vienna è servita anche per mettere a fuoco la possibilità di armonizzare le posizioni in seno all’Unione Europea attraverso accordi fra paesi con sistemi simili o comunque contigui nella sostanza. È il primo e più significativo passo per arrivare fra qualche anno ad una legislazione comune in difesa dei consumatori e contro gli operatori illegali. La questione di fondo non è rappresentata dall’entità della tassazione (già oggi si possono applicare le aliquote fiscali sulla base della provenienza del giocatore), ma dai requisiti per ottenere le licenze che devono essere il più possibile comuni.

Sotto questo aspetto la politica di Aams è apprezzata in sede comunitaria su due punti in particolare: l’oscuramento dei cosiddetti siti illegali, che in una prima fase aveva sollevato un polverone e che oggi invece viene vista con favore, e l’istituzione di un database comune per fronteggiare le frodi. L’Europa dei giochi non è così lontana.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica