Come agevolare un imprenditore nellaggiudicazione di un appalto, le persone da contattare per raccomandare un amico o un parente, come reperire i finanziamenti per la campagna elettorale del centrosinistra senza dare nellocchio ma anche i malumori per dover sempre pagare il conto ai pranzi di partito anche se non con i propri soldi ma con quelli dell'Autobrennero. Ecco le intercettazioni che imbarazzano il Pd, non solo trentino. È nell'ufficio dell'ex assessore della Provincia di Trento, all'ultimo piano di via Berlino, sede dell'A22, che si concentrano gli incontri più delicati. A un certo punto limprenditore Fabrizio Collini chiede a Grisenti se Lorenzo Dellai «è favorito alle prossime elezioni». Grisenti risponde che «sì, è messo meglio di quanto pensasse». Così Collini si dice disponibile a elargire un finanziamento per la campagna elettorale per le elezioni provinciali del Trentino, proprio a favore di Dellai.
Collini: «Volevo anche concordare con lei, poi con Dellai che insomma, visto che ha fatto il partito, che ha fatto questo, che io sono a disposizione... si può fare o...?».
Grisenti: «Sì, si può fare. Bisogna sempre essere cauti, nel senso che a norma di legge si può fare».
C: «Glielo dico?» (...). «Dopo di che lui avrà il suo referente... Dopo io non so chi sia il referente».
G: «Limportate è che il suo commercialista... questi sono atti pubblici».
C: «Lo abbiamo già fatto una volta».
G: «Sì, ma dico, per la presidenza (...) di Bolzano».
C: «Per il partito».
G: «Sì».
C: «Perché cè un tetto, mi ricordo» (...). «Dopodiché sarà lui che decide, cioè se lui cavesse una persona che tratta ste robe, io non so, dopo basta parlare, i mestieri sono tanti».
G: «Parli con lui, perché lui dovrà individuare qualcuno che poi comunque gestisce queste cose».
C: «Vabbè, allora io vado e gli parlo».
Parlando con la sua segretaria, Monica M., Grisenti le confida di dover sempre pagare pranzi e cene per i compagni di partito della Margherita, naturalmente utilizzando non il suo portafoglio ma i fondi della società Autobrennero. È il 15 febbraio. Una microspia capta questa conversazione:
Grisenti: «Posso dirti una piccola cosa...».
M: «Però il Mauro (presumibilmente l'ex senatore ed imprenditore Mauro Betta, ndr), scusami ma... va... gli chiedi qualcosa... se lui non la condivide... lui sta zitto».
G: «Io non posso immaginare che quando ci troviamo gli unici due coglioni che pagano si chiamano Silvano Grisenti e Gianni Lenzi (consigliere provinciale, ex sindaco di Samore ed ex presidente del comprensorio della Bassa Valsugana, ndr) e che cazzo...».
M: «(ride)».
G: «Porco... dai ragazzi, perché... dico... allora io pago con i soldi della società... e va bene... ma dico... il Mauro ne ha uno sfracello (di soldi)».
M: «Mai pagato».
G: «Be allora... il Guido (Ghirardini presidente della giunta della Provincia autonoma di Trieste, ndr) è capogruppo regionale e può benissimo pagare».
Altre intercettazioni riguardano anche una serie di telefonate e di colloqui nellufficio dell'Autobrennero tra Grisenti e il giudice del Tar di nomina politica, Fiorenzo Tommaselli.
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