Un santuario a pelo derba. Teatro di stile ed eleganza, a Wimbledon si giocava solo se vestiti di bianco. Tennisti candidi come angeli. Poi arrivarono le sterline degli sponsor, le magliette si fecero variopinte e il tempio della racchetta cominciò la sua discesa tra le umane pulsioni.
E ancora le dannate sterline rischiano oggi di trascinare nello scandalo la più nobile delle tappe del Grande Slam. Dalla torre davorio alla più italiana delle Babeli, come un campionato falsato qualsiasi. Il tutto per colpa del più anglosassone dei vizi: le scommesse. Appassionati della puntata, gli inglesi scommettono su tutto, soprattutto sullo sport. Capita così che Michael Owen giochi 26mila sterline in un giorno e che Wayne Rooney accumuli un milione di euro di debiti con un allibratore. Anche il tennis attira gli scommettitori (sono 700mila gli euro puntati in Italia fino ad ora sui risultati di Wimbledon), ma per ora sembrava immune dalle combine che al contrario affiorano periodicamente nel mondo del calcio.
Almeno fino a ieri, quando lagenzia Betfair ha segnalato una giocata sospetta allAll England Club, organizzatore di Wimbledon, e alla Federtennis internazionale: 340mila sterline puntate sulla wild card di casa Richard Bloomfield, numero 259 del ranking Atp. Una somma considerevole (superiore a quella raccolta per tutti gli altri tennisti inglesi) e parsa poco chiara dopo la sorprendente vittoria in tre set (6-1, 6-2, 6-2) di Bloomfield sullargentino Carlos Berlocq, numero 89 in classifica. Un risultato che si può spiegare con la scarsa confidenza con lerba di Berlocq - specialista della terra battuta -, ma che ha insospettito lamministratore Bill Babcock, pronto ad indagare sullaccaduto.
Da parte sua, Bloomfield ha negato ogni addebito: «Non ho mai scommesso in vita mia - si è difeso -, non so nemmeno giocare a poker. Ho vinto solo perché ho giocato serve-and-volley, mentre lui stava a fondo campo».
Intanto giornata negativa per gli italiani: eliminati Volandri (6-1, 6-1, 6-3 contro Hewitt), Sanguinetti (6-4, 6-2, 6-1 con Ancic) e Di Mauro (6-3, 6-4, 6-1 contro Martin).
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