Zaccardo continua a sognare un gol

«La mia rete alla Slovenia è indimenticabile. Lippi crede in me, Oddo è più offensivo»

Marcello Di Dio

nostro inviato a Duisburg

Un solo gol in azzurro, ma pesantissimo. Quello che ci ha fatto staccare - in anticipo di 90’ sulla fine delle qualificazioni - il biglietto per la Germania. Stadio Renzo Barbera di Palermo, il suo stadio: al 32’ del secondo tempo Cristian Zaccardo batte il portiere sloveno Mavric e rimedia anche un giallo per l’esultanza. «Quella rete la sogno ancora, per un difensore il gol è già una rarità. Immaginate quando arriva in un’occasione così importante». Zaccardo, venticinque anni non ancora compiuti, modenese di origine, può vantare una lunga gavetta in Nazionale. La prima convocazione fu alla fine del 1997 nell’Under 16, poi la trafila tra l’Under 18, 20 fino alla 21. L’esordio, nell’era Gentile, è in un’Italia-Usa del febbraio 2002. Quella che, segno del destino, potrebbe essere una delle sfide che giocherà nel Mondiale tedesco ma con la maglia della Nazionale maggiore.
Il difensore è uno dei fedelissimi di Marcello Lippi: con le sue diciannove convocazioni nei due anni di gestione del ct viareggino è secondo solo a Luca Toni e Marco Materazzi. Dodici le presenze, alcune discusse dagli addetti ai lavori che spesso hanno ritenuto Zaccardo non all’altezza della Nazionale, nonostante le sue buone prestazioni nel Palermo. Lippi lo ha difeso molto dalle critiche, specie quando nell’amichevole di Dublino con l’Irlanda Zaccardo regalò il gol agli avversari con un clamoroso svarione. «In Nazionale ho sempre fatto bene, ho la fiducia del mister», ha ripetuto anche ieri il calciatore del Palermo. Sin dall’inizio è stato il terzino destro preferito da Lippi, poi lo spostamento di Zambrotta per la crescita di Grosso a sinistra, infine il ripescaggio di Oddo in extremis per il Mondiale gli hanno fatto perdere la maglia da titolare. E proprio il ballottaggio con il laziale è uno dei dubbi che affligge il ct azzurro. «Massimo è più offensivo, va sulla fascia e crossa anche molto bene – sottolinea Zaccardo -. Io nel Palermo gioco in maniera più difensiva e quindi ho portato queste mie caratteristiche in azzurro. Sarà il mister a decidere chi far giocare».
Cristian spera di farlo con il Ghana, con la consapevolezza che non farà un Mondiale da semplice spettatore. «Se sono qui, evidentemente qualcosa di buono l’ho fatta. Da due anni sono nel giro azzurro e farò il possibile per sfruttare ogni chance. Qui siamo tutti uguali, conta il gruppo». Tanto per ribadire il concetto di squadra caro a Lippi. E mentre Zaccardo attende la chiamata importante di una grande pensa al Ghana come se dovesse essere titolare. «Abbiamo cominciato a studiarlo da oggi. E’ una squadra fisica, grintosa e veloce, entrano molto duri nei contrasti. Insomma una partita difficile.

Bisognerà partire bene, la prima di un Mondiale è sempre fondamentale per il cammino successivo». Ma sarà fondamentale anche per lui e per il suo futuro azzurro. Per dimostrare che la scommessa di Lippi non era azzardata.

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