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Classe solo di bimbi immigrati: a Padova "spariscono" gli italiani

Alla scuola elementare Rosmini di Padova 24 bambini di nazionalità diversa. Tra questi non c'è nemmeno un italiano

Classe solo di bimbi immigrati: a Padova "spariscono" gli italiani

Il refrain della sinistra è sempre lo stesso. "L'integrazione passa dalla scuola", dicono. Ma è proprio dalle scuole che i figli degli immigrati stanno scalzando via i figli di italiani. È una questione di numeri: ne fanno di più. E così succede che le classi diventino sempre più multietniche. Nei giorni scorsi il Giornale aveva raccontato di una classe dell'istituto tecnico Schiaparelli-Gramsci di Milano, dove su 26 alunni soltanto tre sono italiani. Oggi Libero tira fuori il caso della scuola elementare Rosmini di Padova dove, dietro i banchi della prima, siedono ben 24 bambini di nazionalità diversa. Tra questi non c'è nemmeno un italiano.

Dopo il caso delle elementari di via Paravia, a Milano, che anche quest'anno ha aperto con 125 iscritti stranieri su 131 alunni totali, ecco altre "scuole ghetto" che imbarazzano il politicamente corretto. Perché, a dispetto delle campagne buoniste sull'accoglienza, sono la riprova che l'integrazione è impossibile. I pochi italiani che restano sono preoccupati, mentre quelli che possono scappano. "Ma con chi parlerà mio figlio? - si chiedeva nei giorni la madre di un iscritto allo Schiaparelli-Gramsci di Milano - i ragazzini che arrivano dalla stesso paese tendono a fare gruppo chiuso, e gli italiani sono in netta minoranza. Come sarà la vita di mio figlio in classe? Rimarrà escluso?". E così succede, come a Padova, che gli italiani preferiscono iscrivere i figli altrove. Ma anche gli immigrati sono preoccupati per i propri piccoli. "Con 23 compagni stranieri e nessun italiano in classe - spiega un egiziano a Libero - mio figlio non imparerà nulla e non sarà mai integrato".

Quando si tratta di elementari il problema è, in primis, l'italiano. Alle superiori la stragrande maggioranza degli alunni lo parla. Allo Schiaparelli-Gramsci di Milano, per esempio, soltanto in una prima ci sono cinque studenti di cittadinanza italiana su 25, ma i ragazzi con i cognomi stranieri sono di seconda generazione, cioè sono nati e cresciuti qui, e hanno frequentato le nostre scuole. Si contano due neo arrivati in tutto l'istituto. E a questi saranno dedicati docenti specializzati nell'insegnamento dell'italiano agli stranieri. Alla Rosmini di Padova, invece, il problema è più complesso. Tanto che alcuni professori hanno proposto di equiparare l'italiano all'inglese catalogandolo come "Italiano Due". In questo modo, però, non sono obbligati a impararlo bene.

Eppure c'è che chi pensa che con lo ius soli, regalando cioè la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia, si risolvano tutti i problemi.

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