Cronache

Disabili discriminati a San Siro: "Siamo tifosi come tutti gli altri"

Stagione nuova, problemi vecchi per i disabili discriminati allo stadio. L'assesore Guaineri: "Ci stiamo lavorando, è una priorità"

Disabili discriminati a San Siro: "Siamo tifosi come tutti gli altri"

I posti per disabili in sedia a rotelle a San Siro ci sono, ma non vengono utilizzati. Sarebbero addirittura duecento, secondo quanto afferma l’assessore a Turismo, Sport e Tempo libero di Milano, Roberta Guaineri, che è andata personalmente a verificare la situazione dello stadio di proprietà del comune, ma gestito dalle squadre (Milan e Inter) attraverso la società M-I Stadio.
Peccato che i posti realmente messi a disposizione dei tifosi non deambulanti siano settantotto, in basso al primo anello arancio. Un numero spesso insufficiente ad accogliere quanti chiedono di poter assistere alle partite, e di gran lunga inferiore a quello necessario secondo ogni normativa vigente in materia. Mentre gli altri posti a cui si riferisce l’assessore, posizionati ai lati blu e verde, sono normalmente destinati ai disabili deambulanti (come per esempio non vedenti).

Scarsa visibilità del terreno di gioco - Nonostante le promesse fatte, con la nuova stagione calcistica la situazione è peggiorata. La visibilità del terreno di gioco resta scarsa, a causa di una barriera alta un metro e dieci centimetri piazzata davanti agli occhi di chi è in carrozzina. Una soluzione al problema, su richiesta della Uefa, era stata trovata in occasione della finale di Champions League, disputata a San Siro lo scorso 28 maggio. Era stata, infatti, installata una pedana che sopraelevava il piano di calpestio delle sedie a rotelle di trenta centimetri. Per poterla realizzare era stata ottenuta dalla prefettura una deroga momentanea alla norma di sicurezza che impone la presenza della barriera. Dopo la partita, con l’inizio della stagione estiva, in cui si tengono numerosi concerti allo stadio, la pedana è stata rimossa. Anche perché – spiegano dal Comune e da Mi-Stadio – per poterla rendere definitiva sono necessarie nuove autorizzazioni che non sarebbero ancora state ottenute. "Ci stiamo lavorando", assicura l’assessore Guaineri (clicca qui per vedere l'intervista all'assessore). "Purtroppo, oltre ai tempi burocratici molto lunghi – aggiunge l’Inter, attraverso il suo ufficio stampa -, c’è anche un problema tecnico legato alla posa del fondo che non può essere calpestato e va lasciato riposare per alcuni giorni. Poiché la nazionale giocherà a San Siro nella sosta di novembre, non si potranno effettuare lavori in quel periodo e si slitterà alla sosta natalizia, durante la quale saranno conclusi".

Il numero di posti per i tifosi in carrozzina già insufficiente è stato ulteriormente ridotto - Il numero dei posti messo a disposizione dei tifosi in carrozzina è insufficiente per ogni normativa vigente in materia. Rispetto al passato quel numero è stato ulteriormente ridotto. Dietro ai settantotto posti attualmente assegnati in basso al primo anello arancio, nelle vecchie stagioni ce ne erano altri sedici, su due aree rialzate che permettono di avere una buona visuale del campo da gioco. Bene, quelle aree dopo la ristrutturazione dello stadio sono state inspiegabilmente chiuse e restano inutilizzate. Non solo. In occasione della finale di Champions erano stati resi accessibili ai disabili altri sei posti in alto al primo anello arancio. Un vero sogno per i tifosi in sedia a rotelle di Inter e Milan che non hanno potuto neppure provare l’ebbrezza di raggiungerli.

I tifosi disabili: "Vogliamo anche noi fare l'abbonamento e assicurarci un posto allo stadio". Altro grande problema è quello relativo all’accredito, necessario per accedere ad ogni partita. "Se tardi a farlo – come spiega Francesco Gallone, che da tempo a intrapreso questa battaglia – resti fuori. Soprattutto nei big match come Inter-Juventus. Senza discriminare chi non se lo può permettere, si potrebbe concedere la possibilità di fare un abbonamento ad un prezzo agevolato a chi vuole farlo?”, si chiede, e non è il solo (clicca qui per vedere l'intervista a Francesco e agli alti tifosi disabili). Si risolverebbero così due questioni fondamentali che fanno arrabbiare chi è costretto a contorsioni per vedere dal vivo la propria squadra del cuore: ogni persona diversamente abile potrebbe garantirsi un posto ad ogni partita e avrebbe (addirittura) la possibilità di sceglierlo.

Proprio come tutti gli altri spettatori.

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