Economia

Fca e Ferrari, cresce il rebus dividendi. E Cnh decide per il ritiro

Gli analisti ipotizzano per il Lingotto la riduzione da 5,5 a 3,5 miliardi dell’extra cedola

Fca e Ferrari, cresce il rebus dividendi. E Cnh decide per il ritiro

Spostata dal 16 aprile a fine giugno l’assemblea degli azionisti di Fca, con tutte le incognite che riguardano il dividendo ordinario per il 2019 (1,1 miliardi) e quello «extra» (5,5 miliardi) legato alla fusione con Psa (che pure ha posticipato l’assemblea al 25 giugno)), si guarda ora alle altre due assisi della galassia Exor: Cnh Industrial e Ferrari. Per Cnh Industrial una decisione è stata presa: viene ritirata la proposta di distribuire un dividendo dall’ordine del giorno dell’assemblea degli azionisti che, però, si svolgerà regolarmente il 16 aprile ad Amsterdam. «A causa delle limitazioni ai viaggi e delle locali restrizioni relative alla possibilità di radunarsi in seguito alla diffusione del Covid-19 - fa sapere la società - è previsto che gli amministratori esecutivi e non esecutivi partecipino all’assise da remoto. La società, inoltre, non si aspetta che gli azionisti partecipino di persona all’assemblea. E raccomanda loro di procedere con sollecitudine a esprimere il loro voto in anticipo, via delega o online». Per Cnh Industrial era prevista la distribuzione di un dividendo pari a 243 milioni per il 2019.


Resta confermata anche l'assemblea di Ferrari sempre in data 16 aprile. In questo caso la cedola ammonta a 1,13 euro per azione ordinaria, ovvero circa 210 milioni, l’8% di incremento rispetto alla erogazione precedente).
«Il rinvio deciso da Fca - commenta Roberto Russo, ad di Assiteca Sim - è un atto di responsabilità del management, in quanto la capacità di reagire tempestivamente a uno scenario avverso è un fattore chiave in grado di orientare in modo favorevole il destino della società. Oggi la disponibilità di cassa rappresenta il bene più prezioso per Fca, all’interno di uno scenario di breve termine semi-apocalittico caratterizzato dal quasi azzeramento dei ricavi e da un piano di investimenti da rimodulare radicalmente; allo stesso tempo, l’operazione di fusione Fca-Psa assume più che mai una valenza strategica: le sinergie di costi, stimate in 15 miliardi nei prossimi 4 anni, rappresentano un tesoro ormai irrinunciabile».
Secondo Russo, «Fca e Psa hanno preso giustamente tempo per valutare una modifica dei termini della fusione con l’obiettivo di mantenere immutato il rapporto di concambio: una soluzione potrebbe essere quella di sospendere l’erogazione del dividendo ordinario delle due società, non procedere più allo scorporo della società di componentistica Faurecia a favore degli azionisti Psa e, infine, ridurre l’entità del dividendo straordinario a favore degli azionisti Fca da 5,5 a 3,5 miliardi; l’effetto combinato sarebbe quello di trattenere una maggior liquidità nella società post fusione per circa 6,3 miliardi, garantendo il medesimo rapporto di concambio agli azionisti delle due società (50% a testa)».


L’ad di Assiteca Sim guarda poi a Ferrari: «La Casa di Maranello - puntualizza Russo, che aveva messo in conto il ritiro della cedola da parte di Cnh Industrial - è meno impattata dal coronavirus per la peculiarità del suo modello di business. Ritengo che possa confermare il dividendo, magari trasformandolo prudenzialmente in uno stock dividend».
Intanto, lo scenario automotive determinato dall’emergenza Covid-19 è sempre più difficile.

«Siamo di fronte a una sfida senza precedenti», rileva Fu Binfeng, presidente di Oica, la federazione internazionale dei costruttori di automobili. «In particolare - osserva - quella del coronavirus potrebbe essere la peggior crisi, come impatto, sull’industria automobilistica»

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