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La lezione del marò Latorre: "Caro Zaki, serve rispetto"

Il rientro in Italia del ricercatore egiziano è stato accompagnato dalle polemiche per il rifiuto del volo di Stato e delle autorità. In un'intervista a Libero il marò lo bacchetta: “Ci vuole riconoscenza”

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Dopo tre anni di calvario, Patrick Zaki ha fatto rientro in Italia. Rilasciato dopo la grazia concessa dal presidente egiziano al-Sisi, il ricercatore ha rimesso piede nella sua Bologna, ma non sono mancate le polemiche. Nonostante il ringraziamento rivolto al governo guidato da Giorgia Meloni – mesi di lavoro sottotraccia – il trentaduenne ha rifiutato volo di Stato e autorità per il suo ritorno nel Belpaese. Una scelta legata alle sue inclinazioni politiche e accolta con grande entusiasmo dall’opposizione, con rispetto dall’esecutivo. Perentorio, invece, il marò Massimiliano Latorre che in una intervista rilasciata al quotidiano Libero gli ha dato una vera e propria lezione. "Caro Patrick - ha detto - serve rispetto".

Insieme a Salvatore Girone, il marinaio del Battaglione San Marco è stato vittima di una vera e propria odissea giudiziaria intentata dall’India con l’accusa di aver ucciso il 15 febbraio del 2012 due pescatori del Kerala in una operazione anti-pirateria a bordo della petroliera Enrica Lexie. L’addebito si è rivelato infondato, come stabilito dal Tribunale italiano, ma i due marò hanno attraversato anni difficili, complice l’abbandono da parte delle istituzioni. Diverso il caso di Zaki, che ha fatto di tutto pur di non stringere la mano al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro degli Esteri Antonio Tajani, il giudizio di Latorre è categorico: "Io sono un militare: purtroppo questa esperienza mi ha aperto gli occhi su altri aspetti a me prima sconosciuti, ciò non mi consente di giudicare a priori senza conoscere fatti e protagonisti - ha spiegato nell'intervista a Libero - posso dirle che, personalmente, non ne avrei fatto una questione ideologica e politica, mi sarei fatto guidare dal buonsenso, dall’educazione, dal rispetto e soprattutto dalla riconoscenza.

Insomma, puoi pensare tutto il male possibile di un governo, ma la gratitudine per aver lavorato alacremente per la tua liberazione sarebbe il minimo. Invece Zaki ha optato per silenzi imbarazzanti, strizzando l’occhio a una sinistra che sogna di farlo diventare un punto di riferimento. E non mancano le voci su una sua candidatura a stretto giro di posta. La mancanza di gratitudine non è andata giù a Latorre, che ha ripercorso la sua storia nel libro Il sequestro del marò (La Vita Felice), scritto a quattro mani con Mario Capanna:“La stessa riconoscenza per cui oggi sono impegnato nel ringraziare gli italiani nelle varie città: approfittando delle tante occasioni di incontro organizzate da chi allora mi ha sostenuto e che, anche grazie a questo libro, continua a tenere viva l’attenzione sulla vicenda che mi ha coinvolto e a chiedere verità”.

A tal proposito, nell’ottobre del 2022 il vice ministro degli Esteri Edmondo Cirielli (FdI) ha firmato un ddl che propone l’istituzione di una commissione di inchiesta.

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