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Dopo la strage a Charlie Hebdo, il vignettista Luz lascia la redazione

A settembre smetterà di lavorare per la rivista. "Convocare i morti, chiedersi cosa avrebbero fatto Charb, Cabu, Honorè, Tignous è massacrante"

Dopo la strage a Charlie Hebdo, il vignettista Luz lascia la redazione

L'attacco contro la sua rivista è stato troppo. Le vittime cadute nella redazione di Charlie Hebdo pesano tremendamente, abbastanza da convincere il vignettista Luz, tra le firme più prestigiose, ad abbandonare il suo lavoro.

Dietro la sua scelta ci sono molte considerazioni. Un po' "la paura di cadere in errore", un po' l'attualità che sembra non essere più interessante. In una intervista concessa al quotidiano Libération, il vignettista spiega che l'addio avverrà a settembre. Una scelta personale, perché "riprendere il controllo" è diventato ormai un'ossessione.

Renald Luzier, questo al secolo il nome del fumettista, lascia per ricostruire la sua esistenza. Dopo avere assistito alla morte dei colleghi e dopo avere disegnato la copertina del numero dopo la strage, quel Maometto con la lacrima in volto e un fumetto: "Tutto è perdonato".

Dopo la strage in redazione "c’è stata la volontà collettiva di andare veloci - racconta Lux a Libé -. Anche se io avevo bisogno di tempo, ho seguito per solidarietà, per non lasciare gli altri da soli. Solo che a un certo punto, è stato un carico troppo pesante da portare".

Il vignettista non se la sente più di lavorare sull'attualità, lo aveva già detto alla stampa francese. E il carico di lavorare, dopo l'eccidio delle matite di Charlie Hebdo è diventato troppo, in tutti i sensi. "Passare notti insonni e convocare i morti, chiedersi cosa avrebbero fatto Charb, Cabu, Honorè, Tignous è massacrante".

La crisi interna non è soltanto la crisi personale di Luz. È anche quella di una rivista che dopo i fatti di Parigi deve rinascere. Di pochi giorni fa la notizia che Zineb El Rhazoui, giornalista franco-marocchina scampata per un caso alla strage, rischia il licenziamento. Le ragioni non sono del tutto chiare, ma lei parla di una "misura punitiva" e chiede un Charlie nuovo.

"Stiamo tutti gestendo il dopo attentato".

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