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Conte, quella consulenza 7 giorni prima del suo nome al Colle

Giuseppe Conte ha firmato un parere "pro veritate" sulla golden power che il governo (che lui dovrebbe guidare) potrebbe far valere su Retelit

Conte, quella consulenza 7 giorni prima del suo nome al Colle

I grillini lo avevano già inserito nella lista dei ministri in caso di un governo monocolore. E già da qualche giorno circolava la voce di una sua candidatura a Palazzo Chigi di un esecutivo giallo-verde. Ma il 14 maggio Giuseppe Conte firma un parere pro veritate per una società privata e che coinvolge il governo che, solo 7 giorni dopo, il M5S e la Lega gli avrebbero voluto affidare.

La vicenda è stata ricostruita da La Repubblica e riguarda una consulenza concessa da Conte a Raffaele Mincione, un finanziere che sta cercando di arrivare al controllo di Retelit, una società che gestisce i cavi in fibra ottica che collegano 9 città italiane. La Retelit è una di quelle aziende su cui il governo italiano può far valere la cosiddetta "golden power", perché opera in un settore strategico per lo Stato. Bene. Mincione detiene l'8.97% di Retelit attraverso la Fiber 4.0. Tre società concorrenti (Bousval, Axxion e Svm) avevano stipulato un patto parasociale per tentare di presentarsi con una lista di maggioranza alla prossima assemblea (tutte insieme controllano il 24,36% delle azioni). Per Mincione le tre società hanno però commesso una irregolarità: non avrebbero infatti comunicato all'esecutivo di avere il controllo della società strategica. In assemblea, spiega Repubblica, la SVM dice di aver già chiesto alcuni pareri legali sul caso. Ma Mincione domanda comunque un parare pro veritate a Conte. Il quale, nonostante già circolasse la voce su una sua possibile candidatura a Palazzo Chigi, ritiene che non sia una questione di opportunità declinare il lavoro che, in qualche modo, riguarda proprio la golden power dell'esecutivo che pochi giorni dopo si sarebbe potuto trovare a guidare. E così il 14 maggio firma la consulenza in cui scrive che le tre società avrebbero dovuto comunicare al governo la nascita del loro patto parasociale: "In casi eccezionali di rischio (…) – si legge – il governo può opporsi, sulla base della stessa procedura, all’acquisto" di Retelit.

Una nuova tegola mediatica su Conte dopo il caso del curriculum e quello dell'ipoteca di Equitalia.

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