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Diciotti, ora il Tribunale dei ministri passa al setaccio le carte su Salvini

Il caso Diciotti arriva in Aula: nei prossimi giorni potrebbe essere sentito Salvini. Ecco chi sono i tre magistrati che indagano su di lui

Diciotti, ora il Tribunale dei ministri passa al setaccio le carte su Salvini

Si muove la macchina del Tribunale dei ministri. Da oggi i giudici di Palermo sono al lavoro per decidere le sorti dell'inchiesta a carico di Matteo Salvini che è stato indagato per "sequestro di persona aggravato" dopo aver vietato alla nave Diciotti della Guardia costiera di far sbarcare i clandestini recuperati nel Mar Mediterraneo. "Non ho tempo da passare con gli avvocati - ha replicato la scorsa settimana il ministro dell'Interno su Facebook - venitemi pure a trovare a san Vittore con le arance, ma io non mollo di un millimetro finchè gli italiani mi chiedono di andare avanti. E se domani dovesse arrivare un'altra nave carica di clandestini in Italia non sbarca. Dopo la Diciotti non è arrivata nemmeno una nave".

La Procura di Palermo ha trasmesso venerdì pomeriggio gli atti al Tribunale dei ministri chiedendo ai giudici di svolgere le indagini preliminari nei confronti di Salvini (guarda il video). Da oggi il Tribunale dei ministri deciderà le indagini da svolgere. Inizialmente la procura di Agrigento aveva contestato a Salvini e al capo di Gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi, i reati di "sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d'ufficio e omissione d'atti d'ufficio". La scorsa settimana, poi, la procura di Palermo ha modificato i reati contestati. L'unico che resta è il sequestro di persona aggravato. Da queste accuse è stato, poi, sollevato il capo di gabinetto Matteo Piantedosi.

Il Tribunale dei ministri è la sezione specializzata del tribunale ordinario competente per i reati commessi dal presidente del Consiglio e dai ministri nell'esercizio delle loro funzioni. La materia è regolata da una legge costituzionale che sottopone premier e ministri, "anche se cessati dalla carica", alla giurisdizione ordinaria "per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni". Ovviamente, "previa autorizzazione del Senato o della Camera". Il presidente del Tribunale dei ministri è Fabio Pilato. Fino a pochi anni fa aveva ricoperto la carica di giudice tutelare proprio al Tribunale di Palermo dove aveva siglato un protocollo d'intesa per accompagnare i minori sbarcati da soli sulle coste siciliane. Prima ancora si era occupato di rifugiati e riconoscimento di status e protezione sussidiaria.

L'altro giudice, che vaglierà il caso della Diciotti, è Filippo Serio che proviene dal Tribunale del Riesame. Nel 2011 il suo nome era finito nella lista nera di "amici degli immigrati", pubblicata sul sito neonazista Stormfront, dopo che aveva annullato la misura cautelare per un migrante per il solo fatto che l'ordinanza non era stata tradotta in inglese. A decidere su Salvini c'è, infine, Giuseppe Sidoti che nel suo curriculum vanta una lunga esperienza da magistrato fallimentare.

Entro novanta giorni, una volta compiute le indagini preliminari e sentito il pubblico ministero, il Tribunale dei ministri può decidere l'archiviazione - non impugnabile - oppure la trasmissione degli atti con una relazione motivata al pm, affinché chieda l'autorizzazione a procedere alla Camera di appartenenza dell'inquisito. Nel caso di Salvini la competenza è del Senato. Secondo quanto previsto dalla legge, la Camera competente può, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, negare l'autorizzazione a procedere laddove reputi, con valutazione insindacabile, che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato. Il Tribunale dei ministri potrebbe sentire Salvini.

Nei giorni scorsi era stato lo stesso leader leghista a dirsi disponibile a venire "a Palermo anche a piedi".

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