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Il governo traballa sul Mes: Pd e 5S litigano, Renzi si sfila

Tensione in maggioranza dopo l'informativa di Conte: si tenta la strada (stretta) della risoluzioni. E Iv resta a mani libere

Il governo traballa sul Mes: Pd e 5S litigano, Renzi si sfila

Non è bastata l'informativa sul Mes (il fondo salva-Stati) a ricompattare il governo. Giuseppe Conte ha scelto una linea molto più vicina al Pd che al M5S che lo ha portato a Palazzo Chigi e ora si ritrova accerchiato.

Il premier è sotto attacco dall'esterno - Matteo Salvini non perde occasione per apostrofarlo come "nemico degli italiani -, ma anche dall'interno del suo esecutivo. In questi giorni Luigi Di Maio non ha certo risparmiato il premier, pur mettendo nel mirino il solo Mes e non rimettendo, almeno in chiaro, in discussione il ruolo di Conte. E infatti il discorso dell'"avvocato degli italiani" era diretto al leader leghista tanto quanto al ministro degli Esteri ("Tutti i ministri sapevano", ha ribadito più volte).

I 5Stelle non ci stanno e chiedono a gran voce di rivedere il trattato per risolvere le "criticità evidenti". Si apre quindi un altro fronte a Palazzo Chigi. La strada scelta è quella di una risoluzione comune tra M5S e Pd che possa essere portata in Parlamento il prossimo 11 dicembre, quando la discussione entrerà nel vivo e i gruppi saranno costretti a esprimersi apertamente.

Le "colombe" della maggioranza sono già al lavoro per scongiurare una nuova crisi. Tutto dipenderà da cosa il responsabile dell'Economia riuscirà a spuntare all'Eurogruppo. Intanto all'ex europarlamentare M5S Laura Agea è stato dato il difficile compito di scrivere la risoluzione del movimento sul Mes. E sarà sempre lei a dover trovare un'eventuale intesa col Pd per quella da portare in Aula. Ma sul meccanismo di stabilita europeo le posizioni appaiono parecchio distanti anche all'interno del Movimento stesso. Di questo, a quanto si apprende, si è parlato durante la riunione voluta da Luigi Di Maio con i ministri M5S e i sottosegretari, convocata a stretto giro dall'informativa del cuore premier Giuseppe Conte sul fondo salva Stati.

Ma chi spera di ritrovarsi con il coltello dalla parte del manico è Matteo Renzi. Che al primo accenno di terremoto si è apprestato a sfilarsi per non doversi schierare: "Non so cosa succederà: ci sono tanti temi sul tavolo", ha detto, "Noi in questa vicenda si capisce che non c'entriamo un c..". E ancora: "Sembra Beautiful, non si può vedere. È ora di finirla con queste litigate". Insomma, l'ex Rottamatore preferisce stare a bordo ring e aspettare. Magari il momento buono per prendere le redini.

Conte dunque sempre più sul filo dell'equilibrio. Con il rischio che l'11 dicembre quando si ripresenterà alle Camere la difesa anti-Salvini non possa bastare.

A meno che l'Europa non conceda ancora più tempo: una ulteriore dilazione del negoziato permetterebbe a Pd e M5s di compattarsi.

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