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I 5 Stelle bombardano Salvini: "Sbraita e offende la Marina"

Sale lo scontro tra Difesa e Viminale. La Trenta: "Non può attaccare i militari". E Di Maio: "Vuol solo finire sui giornali"

I 5 Stelle bombardano Salvini: "Sbraita e offende la Marina"

È da diverso tempo che non si registrava una tensione tale tra Viminale e Difesa. Certo, i colpi tra politici in tempo di campagna elettorale sono all'ordine del giorno. Ma è cosa ben diversa quando ad essere coinvolti sono anche i rispettivi ministeri. Elisabetta Trenta contro Matteo Salvini significa anche militari contro polizia. In una strana guerra "militare" tutta italiana.

Lo ammette pure la grillina: quella col leghista è una "battaglia quotidiana". "Tra due settimane ci sono le europee - dice il ministro della Difesa al Corriere - Per lui ogni pretesto è buono per attaccarmi. Sinceramente credo che non valga nemmeno la pena rispondere". Trenta prova a far la voce grossa contro gli attacchi di Salvini: "Finchè lo fa contro di me - insiste - è tutto secondo copione. Ma non pensi di poter attaccare i militari e, nel caso specifico, la Marina. Si tratta di servitori dello Stato che fanno ogni giorno il proprio dovere e io non consentirò a nessuno di offendere il loro lavoro".

L'ultimo terreno di scontro, o forse bisognerebbe dire tratto di mare, è il recupero di 36 immigrati da parte di un pattugliatore della Marina. La "Cigala Fulgosi" ha incrociato una "piccola imbarcazione" che "imbarcava acqua ed era in procinto di affondare" e, "in aderenza alle stringenti normative nazionali ed internazionali", è "intervenuta salvando" i naufraghi. Tutto nella norma, anche se l'essersi spinti in acque di competenza libica ha provocato l'ira del Viminale, convinto che in quelle zone l'Italia debba lasciare libertà d'azione alla Guardia costiera libica (che proprio oggi ha salvato oltre 200 migranti).

Non è un mistero infatti che la Trenta sogni di riaprire i porti che Salvini sta provando a sbarrare. Lo ha detto in diverse occasioni e torna a ripeterlo ogni volta che può. Ormai le liti sono all'ordine del giorno. La prima marachella risale a un paio di settimane fa, quando Salvini pubblicò una direttiva contro le "azioni illegali" delle Ong nel Mediterraneo. Un documento "cucito addosso alla Mare Jonio" (che, guarda caso, ieri ha caricato a bordo altri 30 clandestini) e indirizzato non solo alla Polizia (su cui il leghista è competente), ma anche alla Marina. Un "ordine" che avrebbe irritato lo Stato Maggiore della Difesa, ma che il Viminale derubricò ad uno scontro a viso aperto solo con la Trenta. In effetti il rapporto tra ministro e generali non è dei migliori. Il malcontento verso la grillina è diffuso nelle Forze armate, che la considerano "nelle mani di Di Maio". La speranza tra i militari è chepresto arrivi un capo leghista, che magari freni il taglio alle risorze per i soldati ("La Difesa è usata come sportello bancomat", lamentava nei giorni scorsi il Cocer). In molti tra le stellette considerano scorretto che la Trenta usi i militari per la sua "battaglia quotidiana" col ministro dell'Interno, che invece sembra godere di un certo appeal tra le divise.

Salvini se ne è reso conto. E sembra aver messo nel mirino la Difesa. Se le elezioni europee portassero a un rimpasto di governo, una delle poltrone che potrebbe saltare sarebbe proprio quella della Trenta. La Lega ha già prenotato lo scranno. Anche per questo una settimana fa "fonti del Viminale" facevano trapelare che "l'Esercito merita di più". Pietra dello scandalo era un Tweet cancellato dalla grillina che ha creato non pochi imbarazzi. La Trenta si era complimentata per una operazione in Libia della Marina in difesa di alcuni pescherecci, intervento però poi smentito dallo stesso ministero, che ha dovuto rettificare e cancellare i ringraziamenti al "coraggio e alla professionalità" della pentastellata. Una gaffe mondiale.

L'ultima puntata della fiction è di queste ore. La Marina recupera gli immigrati, Salvini afferma che "i porti sono chiusi", poi scarica sulla Trenta la "responsabilità" di farli sbarcare nel porto militare di Augusta. Interviene pure Conte, secondo cui è "una illusione ottica" che a comandare sia il leghista. I 36 naufraghi saranno redistribuiti in Francia, Malta e Lussemburgo. Forse alcuni prenderanno pure la strada di Germania, Spagna e Portogallo. Di Maio ne approfitta per bombardare Salvini e andare in soccorso della Trenta: "Senza urlare o sbraitare, senza minacce al mondo, in poche ore - dice - siamo riusciti a salvare la vita a quelle persone e a fare in modo però che ad occuparsene non fosse nuovamente l'Italia, ma l'Europa". Il riferimento al leghista è evidente: "La giornata di ieri mi auguro faccia riflettere qualcuno. Se quando nasce un problema il tuo primo pensiero non è risolverlo, ma finire sui giornali, allora c'è qualcosa che non va".

Qui tirano venti di guerra (politica).

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