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Il Viminale si vanta sui ricollocamenti. E la Lega interroga Lamorgese

I ricollocamenti sempre più al centro del dibattito sull'immigrazione: la Lega pronta a presentare un'interrogazione al ministro Lamorgese, Molteni e Candiani avanzano dubbi sui dati forniti fino ad oggi dal Viminale

Il Viminale si vanta sui ricollocamenti. E la Lega interroga Lamorgese

Diventa politico il caso riguardante i ricollocamenti, con riferimento cioè al meccanismo di redistribuzione delle quote di migranti sbarcati in Italia in altri paesi europei.

Il ministro dell’interno Luciana Lamorgese ha sempre fatto di questo strumento il proprio cavallo di battaglia. Già dai primi giorni di lavoro all’interno del Viminale, in cui l’ex prefetto di Milano è arrivato dopo l’insediamento del governo Conte II ai primi di settembre, la Lamorgese ha puntato tutte le sue attenzioni sui ricollocamenti.

Questo perché da Berlino è arrivata la sponda politica tedesca volta ad aiutare, su un tema delicato quale quello dell’immigrazione, il nuovo esecutivo italiano. Ed infatti la Germania sui ricollocamenti ha rivendicato l’organizzazione di un vertice, quello del 23 settembre a Malta, che però non ha dato i frutti sperati.

Al contrario, da quell’incontro, tenuto tra i ministri dell’interno di Malta, Italia, Germania, Francia e Finlandia, con il rappresentante di Helsinki presente in quanto presidente di turno dell’Ue, non è uscito altro che una bozza di cinque punti del tutto lontana dagli obiettivi prefissati. Lì si è iniziato a parlare di meccanismo automatico ed obbligatorio per i ricollocamenti, ma il tutto è stato messo poi a giudizio dei ministri dell’interno dell’Ue. E nel consiglio dell’8 ottobre scorso, da parte europea sono arrivate solo sonore bocciature, da qui il naufragio definitivo del vertice di Malta.

Eppure, la Lamorgese ha continuato ad insistere circa il “successo” dell’incontro tenuto a La Valletta a settembre. Più volte il ministro dell’interno ha parlato di “svolta storica” di Malta, ponendo il tutto anche a giustificazione dei via libera dati all’ingresso in Italia delle navi delle organizzazioni non governative.

Luciana Lamorgese infatti, ha affermato che adesso, a differenza di prima, non appena un mezzo delle ong entra nel nostro paese subito l’Europa mostra solidarietà per i ricollocamenti. Ma i numeri, che dovrebbero confortare la visione e la ricostruzione del titolare del Viminale, smentiscono questa circostanza: i ricollocamenti non sono aumentati in modo deciso rispetto agli anni passati, al tempo stesso è bene rimarcare che anche con le gestioni Minniti e Salvini del ministero dell’interno venivano stabilite quote da ricollocare in altri paesi europei.

Per di più, e qui si arriva al caso politico di queste ore, da parte leghista sono stati avanzati dubbi circa l’effettiva ricollocazione dei migranti sbarcati negli ultimi mesi: “Lamorgese parla di ricollocamenti che funzionano. Evidentemente si riferisce agli immigrati che la Germania ha annunciato di aver riportato in Italia con sei voli charter da ottobre a oggi”, hanno dichiarato tramite una nota stampa il senatore Stefano Candiani ed il deputato Nicola Molteni, entrambi sottosegretario all’interno nel precedente esecutivo.

“Siamo pronti – hanno rimarcato i due esponenti del carroccio – a presentare un'interrogazione: non è che gli immigrati sbarcati in Italia che alcuni Paesi europei hanno detto di voler accogliere sono reali solo sulla carta? Quanti sono stati effettivamente trasferiti? Lamorgese parla di 170 trasferimenti entro fine anno: ma fanno parte degli immigrati arrivati negli ultimi mesi o si tratta degli accordi siglati da Salvini?”

Domande, quelle anticipate dai due parlamentari, che probabilmente verranno inserite in una prossima interrogazione: “Per ora – hanno concluso Candiano e Molteni – l'unico risultato certo del ministro Lamorgese è l'aumento degli sbarchi: a settembre 2.498 contro i 947 del settembre 2018, a ottobre 2.017 contro i 1.007 dell'ottobre 2018, a novembre 1.

232 contro i 980 del novembre 2019".

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