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Lega e 5 Stelle divisi sulla data delle prossime elezioni

Lega e 5 Stelle divisi sul timing delle prossime elezioni. La Lega vorrebbe votare dopo l'approvazione del Def e l'avvio delle Commissioni. Il Movimento 5 Stelle preme per le elezioni il prima possibile

Lega e 5 Stelle divisi sulla data delle prossime elezioni

L'asse tra Lega e Movimento 5 Stelle resiste, ma sui tempi per andare a elezioni ci sono alcune differenze. Alla Lega non conviene accelerare troppo, mentre i pentastellati sembrano intenzionati a chiedere le urne al più presto. A esplicitare questa possibilità è stato lo stesso Giancarlo Giorgetti che questa mattina alla riunione del gruppo della Lega ha detto che è necessario approvare il Def e attivare le Commissioni parlamentari.

Per Matteo Salvini l'idea è che si debba andare al voto, ma ha già chiarito che non è intenzionato a rompere "le scatole agli italiani almeno nel mese di agosto". Il motivo è anche politico. Per la Lega, andare al voto dopo un governo tecnico significa ottenere consenso, ma anche riuscire a strappare più voti al 5 Stelle e prendere di nuovo le redini del centrodestra.

Al M5S, invece, conviene andare al voto subito. Capitalizzare il voto di marzo per i grillini è essenziale. Ma è essenziale soprattutto non perdere consenso a favore della Lega che, con le ultime mosse, sta facendo la parte del leone. In tutto questo, Luigi Di Maio è preoccupato. La sua leadership ha subito un duro colpo. E c'è chi ritiene sia già pronta la sfiducia interna al Movimento.

A dividere i due leader dell'ipotetico governo giallo-verde anche il rapporto con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La proposta di mettere in stato d'accusa nei confronti di Mattarella non è piaciuta a Salvini, che ha subito smentito ogni ipotesi di una proposta di parte leghista. Non solo per impraticabilità tecnica ma anche per puro calcolo politico. Chiunque accusasse Mattarella di alto tradimento o di attentato alla Costituzione, passerebbe immediatamente dalla parte del torto. E Salvini non vuole perdere quanto ottenuto in queste settimane.

E infatti anche Di Maio ha fatto marcia indietro. Il leader politico dei Cinque stelle ha ironizzato sul leader leghista "Prendo atto che Salvini cuor di leone non vuole l'impeachment. Ne risponderà lui". Ma poi, ecco la retromarcia del "coraggioso" Luigi: "Non è più sul tavolo perché ci vuole la maggioranza". E ha poi dichiarato: "Fermo restando la volontà di andare a votare il prima possibile, resta la disponibilità a collaborare anche con il presidente della Repubblica. Manterremo una posizione coerente ma collaborativa con il Capo dello stato per riuscire a risolvere l'attuale crisi".

Sulle alleanze, la questione è semplice quanto complessa. Salvini ha incontrato nuovamente Di Maio e ha parlato di mantenimento del contratto stipulato. Ma ragiona ancora da primo partito del centrodestra. "E' chiaro però - spiega un big della Lega - che la leadership di Salvini sarebbe indiscussa e che Berlusconi dovrà fare un passo indietro sulla candidatura a premier".

Sul tavolo anche il rapporto con l'Unione europea. Forza italia non vuole discorsi euroscettici. Salvini imporrà la campagna elettorale sulle ultime mosse di Bruxelles e sulle terrificanti parole del commissario al bilancio dell'Ue, Gunther Oettinger, che ha detto che saranno i mercati a "insegnare" a votare bene al popolo italiano.

La lega non perdonerà questi metodi e sicuramente ne farà buon uso in campagna elettorale.

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