Politica

Di Maio tira su la cresta: "Non votiamo una legge di bilancio che comporta debito"

A Porta a Porta Luigi Di Maio risponde alle ultime affermazioni di Matteo Salvini e ora mette in discussione anche il dl Sicurezza

Di Maio tira su la cresta: "Non votiamo una legge di bilancio che comporta debito"

Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono ormai separati in casa. Il "caso Siri" ha fatto precipitare quanto di solido ci pottese ancora essere nel loro rapporto (di governo). Nonostante entrambi dicano di voler andare avanti per altri 4 anni, il leader del Carroccio è stufo delle continue minacce. E oggi lo ha detto chiaramente. Ora, anche vicepremier grillino dice che la Lega minacca il MoVimento e anche loro sono stufi. "Negli ultimi 4 mesi ho visto dei comportamenti che prima non avevo visto nella Lega, non solo il caso Siri, ma la foto col mitra, il feto di plastica a Verona, l'alleanza con l'ultradestra di Orban. Non posso stare zitto. Basta minacce lo dico anch'io", ha detto Di Maio a Porta a Porta. Tutti stufi, insomma.

Così, dopo le chiarazioni di Salvini sul rapporto deficit/Pil, Luigi Di Maio passa (di nuovo) all'attacco. "Il motivo per cui lo spread sta salendo - ha affermato il grillino a Porta a Porta - è perché si è detto non di sforare il 3%, ma che salirà il debito pubblico. Noi non voteremo mai una legge di bilancio che aumenta il debito pubblico, perché poi fibrilleranno i mercati. Serve responsabilità, non lanciare soldi e sfidare sulle soglie".

Di Maio, quindi, non approva le parole e le sfide di Salvini e tira il freno. "Dopo il 26 maggio - aggiunge - inizierà il lavoro sulla legge di bilancio, serve responsabilità, da lì fino a dicembre dobbiamo trovare soldi per non aumentare l'Iva, che non aumenterà". Ma nel corso dell'intervista, c'è anche modo di parlare di flat tax e le frecciatine non mancano: "La flat tax si deve fare soprattutto per il ceto medio, non per abbassare le tasse ai ricchi. Non voglio che si aumenti l'Iva per finanziare la flat tax".

E se fino a qui il punzecchiare il collega di governo non era ancora abbastanza, Gigino scende maggiormente nel vivo. E cosa fa? Va a toccare il decreto Sicurezza, tanto caro a Matteo Salvini: "Non vorrei che il dl Sicurezza bis fosse stato concepito per coprire il caso Siri. Non vorrei che questi strumenti fossero utilizzati nella campagna elettorale. So che domani al pre Consiglio dei ministri arriva il decreto Sicurezza bis. Noi presenteremo le nostre proposte sul fronte dei rimpatri".

Di Maio tira su la cresta e si mette di traverso. Non tollera più Salvini. Anzi, a Porta a Porta giura addirittura che gli scontri con la Lega non sono "nessuna messinscena a fini elettorali". Ormai è evidente che questi scontri ci siano e siano anche belli forti. Ora, resta soltanto da vedere come riusciranno a mettersi d'accordo. Uno dei due deve mollare la presa.

Commenti