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Nuovo veto di Di Maio sul Cav: "Da Arcore non può partire il cambiamento"

In attesa del secondo giro di consultazioni, il grillino torna ad alzare i toni. E strizza l'occhio a Martina: "Aspettiamo evoluzioni interne..."

Nuovo veto di Di Maio sul Cav: "Da Arcore non può partire il cambiamento"

Per il momento Luigi Di Maio non ha in calendario alcun incontro con i possibili alleati. Né con Maurizio Martina né con Matteo Salvini. Dopo l'apertura fatta al termine delle consultazioni con Sergio Mattarella, non sono stati fatti passi avanti. Anzi, è stato fatto qualche passo indietro. Il centrodestra lo ha messo in un angolo decidendo di presentarsi con un'unica delegazione per il secondo round al Quirinale, mentre il Pd si divide tra i renziani che vogliono l'opposizione e gli antirenziani che sognano il governo. Dal canto suo il grillino non fa altro che andare avanti a insultare e imporre veti. Una strategia che difficilmente lo portarà da qualche parte, e tantomeno a Palazzo Chigi.

Oggi Di Maio è andato ad Aosta per la raccolta di firme che deve consentire ai Cinque Stelle di presentarsi alle prossime elezioni regionali. Le sue preoccupazioni, però, sono tutte rivolte a Roma. La prossima settimana Mattarella avvierà il secondo giro di consultazioni che rischia di rivelarsi un nuovo buco nell'acqua. Anziché abbassare i toni e vestire abiti istituzionali, il leader Cinque Stelle continua a spararle grosse. "Io capisco che Salvini abbia difficoltà a sganciarsi da Berlusconi - tuona - ma da Arcore non può partire nessuna proposta di cambiamento". Dal primo giro al Quirinale, insomma, non è cambiato nulla. Eppure Mattarella aveva chiesto a tutte le forze politiche quanta più responsabilità possibile. Dal Movimento 5 Stelle, invece, non fanno che piovere insulti e veti che mirano a incancrenire il clima ed esacerbare gli animi.

Ad oggi, con la decisione del centrodestra di presentarsi con un'unica delegazione da Mattarella, Di Maio sembra guardare più al Nazareno per cercare una maggioranza di governo. Martedì si riuniranno i parlamentari democrat e lì si vedrà se la sponda di Dario Franceschini ai Cinque Stelle farà breccia in Martina. Il primo a non fidarsi dei suoi è proprio Matteo Renzi.

"Abbiamo registrato le parole di Martina che penso siano un passo avanti e aspettiamo evoluzioni interne", dice sibillino Di Maio che di fatto sta già tramando per fare il governo con il Pd.

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