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Onda verde contro Mattarella: i sindaci leghisti tolgono la sua foto dagli uffici comunali

La Lega lancia la protesta contro Mattarella: "Via le foto del capo dello Stato dagli uffici comunali". E decine di sindaci lombardi la rimuovono

I leghisti rimuovo la foto di Mattarella dagli uffici comunali
I leghisti rimuovo la foto di Mattarella dagli uffici comunali

Negli ambienti leghisti il malcontento è montato subito dopo lo strappo su Paolo Savona e il conferimento dell'incarico a Carlo Cottarelli. Col passare delle ore la polemica con Sergio Mattarella si è fatta via via sempre più forte. Già ieri sera Eugenio Zoffili, consigliere comunale erbese e parlamentare del Carroccio, aveva chiesto sulla propria pagina facebook "la rimozione delle foto del presidente della Repubblica presenti negli uffici comunali". Oggi, uno dopo l'altro, decine di sindaci leghisti hanno deciso di mettere in pratica la stessa forma di protesta: dai loro uffici sono state fatte sparire, infatti, le fotografie del capo dello Stato.

Dopo che il "no" di Mattarella a Savona al ministero dell'Economia ha bloccato la nascita del governo gialloverde, il Carroccio ha affilato le armi e la protesta è dilagata. "Bocciando Savona come ministro dell'Economia proposto dal presidente del Consiglio incaricato, la democrazia italiana è stata ferita a morte", ha scandito Paolo Grimoldi dicendosi "profondamente preoccupato e indignato per una decisione di inaudita gravità". "La Lega era ed è pronta a governare con i propri ministri per liberare il Paese dalle catene che evidentemente Berlino e Bruxelles hanno messo alle caviglie del nostro Paese", ha continuato il deputato lumbard chiedendo a tutti gli amministratori leghisti di rimuovere immediatamente dai loro uffici pubblici la foto di Mattarella perché "non rappresenta più un garante imparziale dei cittadini". Richiesta che è stata subito raccolta da gran parte dei 160 primi cittadini lombardi.

Tra i primi a togliere la fotografia di Mattarella dal proprio ufficio sono stati Magda Beretta (Senago), Angelo Rocchi (Cologno Monzese) e Giovanni Malanchini (Spirano). Un'onda verde contro il Quirinale. "È un segno di rispetto verso la volontà degli italiani, della democrazia e del risultato delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo", ha commentato Andrea Villa, commissario provinciale della Lega a Monza e Brianza. "I nostri sindaci rispondono da sempre al popolo che li ha eletti - ha continuato Villa - si può dire lo stesso del Presidente Mattarella?". "Quanto accaduto ieri a Roma - hanno fatto eco alcuni sindaci del Carroccio - lascia sgomenti. Si è volutamente ignorato il messaggio di profondo cambiamento uscito dalle urne, ascoltando invece le sirene degli eurocrati di Bruxelles. Nei nostri uffici preferiamo un simbolo di libertà come quello di Alberto da Giussano".

Contro la mossa dei leghisti si è subito schierato il Partito democratico. "Basta pagliacciate", ha tuonato la deputata Chiara Braga che si è lanciaa a difendere il capo dello Stato.

"Mattarella ha agito unicamente nell'interesse della nazione, come prescrive la Costituzione - ha continuato - i leghisti si vergognino".

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