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Salvini zittisce i sindaci pro migranti "Sono gli italiani a pagarvi lo stipendio"

Sinistra senza freni. Sindaci e governatori se la prendono con Salvini per i morti nel Mediterraneo. E Rossi invoca la lotta in piazza

Salvini zittisce i sindaci pro migranti "Sono gli italiani a pagarvi lo stipendio"

"Dovrebbero occuparsi del lavoro e del benessere dei loro cittadini, visto che sono gli italiani a pagare loro lo stipendio. Sbaglio?". Matteo Salvini non ci sta a farsi tirare mettere sul banco degli imputati dai soliti buonisti che nelle ultime ore stanno cercando di strumentalizzare il naufragio di 117 immigrati clandestini al largo della Libia unicamente per criticare la linea dura adottata dal Viminale per fermare gli sbarchi. Eppure, da Leoluca Orlando a Luigi De Magistris, fino a Enrico Rossi, i soliti ultrà dell'accoglienza continuano a sparare a zero contro il vicepremier leghista incolpandolo della morte dei disperati che erano partiti su un gommone per raggiungere il Vecchio Continente. "Io - ribatte su Twitter il ministro dell'Interno non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani, che con i loro guadagni investono in armi e droga, e delle Ong che non rispettano regole e ordini".

Sono almeno 117 le vittime del naufragio avvenuto venerdì al largo delle coste libiche, stando al racconto degli unici tre superstiti, trasporti d'urgenza a Lampedusa su un elicottero della Marina in grave stato di ipotermia. "Tra i dispersi - fa sapere il portavoce italiano dell'Oim, Flavio Di Giacomo - vi sono diverse donne, di cui una incinta, e due bambini, di cui uno di dieci mesi". E tra i rinnovati appelli dell'Unhcr a "non chiudere gli occhi" di fronte alle stragi in mare, la sinistra ha subito colto l'occasione per rinnovare gli attacchi pretestuosi a Salvini. L'affondo più duro è arrivato da Palermo con Orlando che è arrivato ad accusare il numero uno del Viminale di "genocidio". "Si farà un secondo processo di Norimberga - ha detto il sindaco dem - e lui non potrà dire che non lo sapeva". Alla ridda di insulti e accuse si è subito accodato De Magistris, un altro fan dell'immigrazione che raramente perde l'occasione per attaccare il segretario del Carroccio. "Salvini e il suo governo attaccano le Ong nel Mediterraneo perché salvano vite umane e sono testimoni della loro disumanità e dei crimini contro l'umanità che si stanno consumando", ha scritto su Twitter il sindaco di Napoli. "Noi non siamo né indifferenti né complici e faremo di tutto per salvare la vita a sorelle e fratelli".

"Indignarsi non basta". Per il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, gli attacchi (verbali) pronunciati dalla sinistra non sono sufficienti. E così è persino arrivato a teorizzare la protesta fisica contro Salvini. "Occorre reagire insieme, organizzare la lotta - ha spiegato in un lungo post su Facebook - occorre una presenza fisica, organizzata, solidale". Quello che il governatore ha in mente è "una mobilitazione forte" e "permanente in ogni città, quartiere e paese, in ogni scuola e luogo di lavoro. Senza tregua. Giorno dopo giorno".

Solo in questo modo la sinistra, divisa da lotte e liti intestine, riuscirebbe (forse) a ritrovare compattezza contro il nemico comune: Salvini, appunto.

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