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Spread, la rivelazione di Monti: "Soros mi chiamò nel 2011..."

L'ex premier critica la manovra del governo: "Nuoce agli italiani". E ricorda: "Soros mi consigliò di chiedere aiuto all'Ue"

Spread, la rivelazione di Monti: "Soros mi chiamò nel 2011..."

Squilla il telefono di Mario Monti e dall'altra parte della cornetta c'è George Soros. Uno è a capo del governo italiano, l'altro è un finanziere (e speculatore) conosciuto ai più per le sue iniziative pro-immigrazione. Sono gli anni dello spread alto e il senatore a vita è da poco succeduto al governo Berlusconi. "Soros mi chiamò suggerendomi di chiedere aiuto all'Europa - rivela l'ex premier - ma noi volevamo evitare di far entrare la troika e non seguimmo quel consiglio. Ma Soros era molto preoccupato per situazione italiana".

Altro, di quella insolita chiamata, non è dato sapere. Monti si è limitato a questi pochi dettagli nel raccontare a Lili Gruber quanto successo ormai sette anni fa. Il senatore, ospite a Otto e mezzo, ha parlato di manovra e conti, deficit e mosse del governo. E non ha risparmiato colpi contro la gestione della cosa pubblica messa in campo da Salvini, Conte e Di Maio. "Questo modo irresponsabile di gestire la politica economica giova moltissimo anzitutto agli speculatori", ha detto Monti rispondendo, forse, anche a quanto affermato oggi dal vicepremier leghista. Per Salvini, infatti, l'aumento dello spread (oggi sopra quota 300) sarebbe dovuto all'attacco di "speculatori alla Soros" che mettono nel mirino l'Italia "perché non siamo pronti a svendere le nostre aziende".

Certo, per Monti non siamo ancora "nella stessa situazione del 2011", ma è evidente che qualche analogia con quel periodo sembra trovarla. Tanto che, mentre Savona si dice certo che "i mercati hanno retto bene" alle notizie sul Def e sulla manovra, per l'ex premier invece "la valutazione" della finanza "mi sembra molto negativa". E questo perché "oggi l'Italia aveva lo spread a 306 punti, contro i 106 della Spagna, i 143 del Portogallo, i 34 della Francia". I responsabili sono da trovare nei leader politici dei due movimenti al potere il cui interesse sarebbe quello di "non perdere, ma anzi prendere altri voti" invece di pensare alla stabilità economica. "Dal loro punto di vista - ha concluso il senatore a vita - aizzare il popolo contro l'Unione Europea può essere efficace per aumentare il proprio consenso".

Non resta dunque che chiedersi cosa ne pensa Soros e se anche oggi è preoccupato come allora. Una cosa è certa: non chiamerà Salvini per dargli consigli.

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