Cronache

Surriscaldamento sotto accusa: 10 gradi in vetta. Ghiacciai in agonia. "È un filo sottile"

Hanno proseguito con sorvoli e sopralluoghi a piedi finché ci sono state luce e un filo di speranza

Surriscaldamento sotto accusa: 10 gradi in vetta. Ghiacciai in agonia. "È un filo sottile"

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Surriscaldamento sotto accusa: 10 gradi in vetta. Ghiacciai in agonia. "È un filo sottile"

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Hanno proseguito con sorvoli e sopralluoghi a piedi finché ci sono state luce e un filo di speranza. I soccorsi sulla Marmolada sono stati imponenti: il ghiaccio resta blindato e per metterlo in sicurezza i tecnici del Soccorso Alpino continueranno anche a utilizzare le campane daisy bell che innestano micro esplosioni per far scaricare altri pendii o versanti a rischio crollo. La disperazione, però, lassù è totale.

C'è anche un'altra vittima da aggiungere al computo della tragedia di ieri: è quella del ghiacciaio della Marmolada. Per la sua morte c'è anche una data: il 2050, fine pena, game over. Un recente studio del Cnr ha spiegato come la sorte di questo ormai sottile strato di ghiaccio sia irreversibile. «Il ghiaccio arretra di 6 metri l'anno ed eventi simili sono destinati a ripetersi», entra nel dettaglio il glaciologo del Cnr Renato Colucci. Negli ultimi 20 anni l'agonia è diventata cronica: il destino di questo unico ghiacciaio dolomitico si è omologato a quella dei cugini alpini che hanno l'ormai esigua fortuna di sopravvivere a quote poco più alte. Solo due anni fa a preoccupare fu uno dei ghiacciai che dal monte Bianco scende verso Courmayeur, per non parlare degli ultimi video sui social dove un gruppo di maestri veneti scia letteralmente sull'acqua, nei rigagnoli di uno dei lembi più bassi del ghiacciaio che scende al passo dello Stelvio. «Oggi è un giorno triste», ha commentato Carlo Budel, custode del piccolo rifugio di Punta Penia da dove ieri ha assistito, mesto dirimpettaio, al distacco di Punta Rocca che ha innestato la tragedia: lui l'estate del 2108 con una nevicata a fine giugno se la segnò sul calendario, così come tutti gli appassionati della Marmolada ricordano che semmai su pian dei Fiacconi, dove ieri si è arrestata la furia della valanga di rocce e ghiaccio, era semmai la troppa neve a essersi portata via il rifugio. Era fine 2020, non secoli fa. Quindi, se il surriscaldamento globale resta il primo imputato, è proprio l'altalena di inverni miti la causa a breve termine di tragedie come queste. A preoccupare, infine, non è solo l'arretramento del fronte nevoso, ma anche lo spessore del ghiaccio che si assottiglia. Un inverno senza neve significa che il ghiacciaio sarà scoperto, privo di quella coltre bianca che, in estate, ripara gli stati più profondi del ghiaccio dal caldo e dal sole diretto.

«Sulla Marmolada oggi è come se fosse già settembre», aggiungono i glaciologi. Significa che già ora, a inizio luglio, il ghiacciaio è «nudo». Aggiungi le altissime temperature registrate in questi giorni, con zero termico costante oltre i 4.500 metri (la cima della Marmolada è quasi mille metri sotto!), temperature che da maggio sono raramente andate sotto zero e quel picco di 10,6 gradi registrati ieri a quota 3mila: ed ecco, forse, la terza causa, questa sì tutta umana, di una tragedia fra le più gravi sulle montagne italiane. Passeggiare sotto o su un ghiacciaio, anche bello verticale come quello della Marmolada, con queste condizioni di caldo, comporta un grosso rischio, proprio per il possibile distacco di rocce e blocchi di ghiaccio. «In queste condizioni», spiegano gli esperti, è come se il ghiacciaio smettesse di respirare: fonde di giorno sotto al sole e di notte non trova sollievo, ma continua a sciogliersi e perdere massa», frammentandosi in varie «isole» da cui spuntano rocce che a loro volta si scaldano e contribuiscono a far sciogliere la neve intorno.

«Non ci vado da anni, ma lassù il ghiaccio è ormai un filo sottile e il seracco che ha innestato la valanga di rocce e detriti non era probabilmente nemmeno così grande», ha spiegato Reinhold Messner, «a riprova che questa è ormai una situazione diffusa in tutti i ghiacciai». E a riprova anche che oggi bel tempo stabile, se accompagnato da gran caldo, «non è più sinonimo di gita sicura o senza incognite» aggiunge il glaciologo Massimo Frezzotti. Dal 2013 la Marmolada, come anche il trentino Presena che è stato pioniere del progetto, è uno dei ghiacciai che d'estate vengono in parte coperti dai teli geotessili.

Anche se non tutti gli esperti concordano sulla utilità di questa misura.

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