Politica

I trombati e i riciclati nel Conte-bis

Dopo un’estate politica a dir poco infuocata, il Conte-bis,è nato ufficialmente oggi con le nomine dei 42 membri del cosiddetto ‘sottogoverno'. Un'infornata di 'trombati' e 'riciclati' sia nel Pd sia nel M5S

I trombati e i riciclati nel Conte-bis

Dopo un’estate politica a dir poco infuocata, il Conte-bis, pur con mille difficoltà, è nato ufficialmente oggi con le nomine dei 42 membri del cosiddetto ‘sottogoverno’.

Nomine che, inevitabilmente, hanno lasciato l’amaro in bocca agli esclusi illustri come il democratico Emanuele Fiano e il capogruppo dei grillini alla Camera, Francesco D’Uva. Se dei malumori per la scarsa rappresentanza del Nord si è già scritto, oggi ne sono sorti altri in casa Pd, provenienti dai renziani della Toscana, cioè da coloro che hanno maggiormente spinto per un’alleanza con il M5S. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, uomo del ‘Giglio magico’, si è detto deluso e costernato: "Se questa esautorazione è una vendetta contro la vecchia maggioranza del partito o contro Renzi lo si dica con chiarezza altrimenti si dia una spiegazione seria e politica di questa decisione".

In casa Cinquestelle colei che sembra aver digerito meglio l’esclusione è l’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta che si aspettava di essere nominata sottosegretaria agli Interni dopo aver rivendicato d’essere stata una delle più strenue oppositrici di Matteo Salvini. "Sono più che mai determinata a rendermi utile al movimento e a dedicarmi sul territorio alle migliaia di attivisti, e non solo, che durante questi quindici mesi mi hanno scritto e hanno creduto in me”, ha scritto sulla sua pagina Facebook, invitando i suoi sostenitori a seguirla. Ha destato, invece, un po’ di mugugni la nomina di un fedelissimo di Luigi Di Maio, il vicepresidente dell'Assemblea Regionale Siciliana Giancarlo Cancelleri a viceministro ai Trasporti. Una nomina che fa cadere il tabù sui doppi incarichi. La decisione del Pd di indicare come sottosegretari due assessori alla Regione Lazio, lo zingarettiano Gian Paolo Manzella e la renziana Lorenza Bonaccorsi, viene vista come un modo per consentire a Nicola Zingaretti di far entrare nella sua giunta esponenti del M5S. Una sorta di preludio a un’alleanza stabile tra i ‘giallorossi’ che Dario Franceschini vorrebbe costituire anche in vista delle prossime elezioni Regionali.

I riciclati del Movimento Cinque Stelle

Ma ciò che spicca anche a occhio nudo, persino ai meno esperti di politica, è la totale mancanza di ‘discontinuità’ rispetto al precedente governo, una conditio sine qua non richiesta da Zingaretti per l’avvio del Conte-bis. Il premier è lo stesso, Di Maio è stato “promosso” a ministro degli Esteri, Alfonso Bonafede è rimasto alla Giustizia e Sergio Costa all’Ambiente, mentre il fedelissimo Vincenzo Spadafora, è andato alle Politiche Giovanili. Riccardo Fraccaro, un altro fedelissimo di Di Maio, ha lasciato il ministero dei Rapporti col Parlamento per prendere il posto di Spadafora a sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Insomma tante conferme e qualche giro di poltrona che si è visto maggiormente con la nomina dei viceministri e dei sottosegretari. Laura Castelli era ed è viceministro all’Economia. Stesso discorso per Emanuela Del Re, viceministro agli Esteri anche nel Conte-bis. Stefano Buffagni, invece, è stato promosso da sottosegretario agli Affari Regionali a viceministro allo Sviluppo Economico. Alessio Villarosa, Manlio Di Stefano, Vittorio Ferraresi e Angelo Tofalo sono stati riconfermati nei loro ruoli di sottosegretari (Economia, Esteri, Giustizia e Interni). Vito Crimi passa dall’essere sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'editoria a viceministro dell’Interno. La nomina di Laura Agea a sottosegretario agli Affari Esteri viene mal vista da alcuni in quanto la Agea è un ex eurodeputata che non è stata rieletta. Detto volgarmente: una “trombata” che ha avuto la sua ricompensa.

I riciclati del Partito Democratico

Discorso leggermente diverso ma analogo si potrebbe fare per Achille Variati, sindaco di Vicenza per dieci anni, che oggi è divenuto sottosegretario agli Interni. Il Pd poteva, infine, risparmiarci anche l’ingresso nel governo di Ivan Scalfarotto, già sottosegretario allo Sviluppo Economico sia con Renzi sia con Gentiloni. Già con l’infornata dei ministri si sono rivisti ‘volti storici’ come Dario Franceschini e Teresa Bellanova, ma ora il Pd ha voluto dare spazio anche a Sandra Zampa, storica portavoce di Romano Prodi, divenuta sottosegretario alla Salute.

Insomma pochi nomi nuovi e pochissima ‘discontinuità’ o ‘rottamazione’ come si sarebbe detto un tempo.

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