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Zingaretti: "Se Renzi ci boicotta, alle urne con Conte premier"

Pronta replica del segretario del Partito Democratico all'sms con cui Renzi minacciava di far cadere il governo. "Matteo tenta il ribaltone per sostituire il premier? Subito al voto con Conte candidato a Palazzo Chigi"

Zingaretti: "Se Renzi ci boicotta, alle urne con Conte premier"

Nicola Zingaretti non ci sta. L'sms che Matteo Renzi ha inviato a un parlamentare grillino per minacciare la caduta del governo ("Ho affossato Letta con 10 deputati"), ha spinto il segretario del Pd a reagire immediatamente. Il governatore del Lazio, nonostante la stima di facciata nei confronti del leader di Italia Viva ("Dalla Leopolda arriverà un contributo di idee", le parole a Start su SkyTg24), è visibilmente irritato. Il difficile accordo sulla manovra "salvo intese" non è bastato a cementare l'alleanza di governo. Che, al contrario, mostra crepe sempre più profonde.

Zingaretti teme un rapido precipitare degli eventi. Non a caso, negli ultimi tempi si sta muovendo sempre di più verso il Movimento 5 Stelle. Arrivando quasi a pregare il capo politico pentastellato Luigi Di Maio a trasformare il "patto di desistenza" governativo in qualcosa di più stabile, "strutturato". Mossa non casuale, quella di Zingaretti.

Che ora fa un'altra concessione ai 5 Stelle. Per vendicarsi dell'ultimo messaggino di Renzi, il segretario dem - riporta La Stampa - ha fatto sapere ai grillini che "Se Renzi tenta il ribaltone per sostituire il premier, sarò io a portare il Paese ad elezioni".

Come a voler anticipare le mosse del fondatore di Iv. Ma non basta. Infatti Zingaretti va oltre, giurando fedeltà al vero uomo forte del governo. "E sarò io - aggiunge il governatore del Lazio - a lanciare come candidato premier Giuseppe Conte, perché è lui che vincerebbe di sicuro la sfida con Salvini". Una contromossa, quella di Zinga, che rientra in una strategia più ampia. Infatti, anche Dario Franceschini ha chiuso a una sfida alle urne Renzi-Salvini ("Non è pensabile", il commento del ministro della Cultura). Senza contare la riforma dello statuto del Pd appena annunciata dal segretario alla direzione del partito, con l'ufficializzazione della separazione dei ruoli di segretario e candidato premier. Così da spianare la strada alla possibile candidatura di Conte.

Insomma, Matteo Renzi è avvisato.

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