Cronaca locale

I rom di Casal Bruciato in Vaticano: "Siamo islamici ma il Papa ci ha capiti"

L'incontro in Vaticano. Il Papa: "Vi sono vicino". E gli Omerovic: "Io voglio solo essere integrato"

I rom di Casal Bruciato in Vaticano: "Siamo islamici ma il Papa ci ha capiti"

Dopo le proteste e gli insulti a Casal Bruciato, papa Francesco ha invitato in Vaticano gli Omerovic, la famiglia di rom che scortata dalla polozia è entrata nell'alloggio popolare nonostante le proteste dei residenti (guarda il video). "Vi sono vicino - ha detto Bergoglio nell'incontro di preghiera con il popolo rom e sinti - quando leggo sui giornali qualcosa brutta vi dico la verità: soffro. Oggi ho letto qualcosa di brutto e soffro perché questa non è civiltà". Una vicinanza che ha fatto molto piacere alla famiglia di origine bosniaca che vive a Roma: "Siamo musulmani ma ringraziamo il Papa - spiegano a Repubblica - ha capito il nostro dramma".

Oggi pomeriggio gli Omerovic sono stati in Vaticano per incontrare papa Francesco. "Io voglio solo essere integrato e vorrei lo stesso trattamento per la mia famiglia", assicura il capo famiglia garantendo, a chi glielo chiede, che non è "un ladro". "Nella mia vita ho sempre lavorato - continua Imer Omerovic - lavoro ai mercatini, ho una regolare partita Iva e in più vendo macchine su internet". "Io ci tengo a mia moglie e ai miei figli e considero questo posto come la mia casa". Fino a questa mattina l'umore era ancora buono. "Nei prossimi giorni faremo anche una bella festa insieme a tutti i nostri amici". Ma adesso qualcosa è cambiato. Al Corriere della Sera hanno, infatti, fatto sapere che nei prossimi giorni lasceranno già l'abitazione. "Non diciamo niente, ma qui non possiamo vivere - spiega Cliton, il figlio di 20 anni - andremo via. Stiamo solo decidendo come".

Per vivere Imer Omerovic pulisce cantine, lavora al mercatino dell'usato a Boccea e fa compravendita di auto usate. Ha quarant'anni ed è padre di dodici figli. In Italia è arrivato da bambino, dopo essere fuggito da Sarajevo. "C'era la guerra, hanno ucciso i miei nonni e io non potevo più restare e sono venuto in Italia - racconta a Repubblica - abitavo nel campo alla Muratella, in una roulotte; poi ci hanno cacciato via e ci hanno mandato a Centocelle, poi ancora a Tor de Cenci". Ha conosciuto la moglie, Senada, in una discoteca all'aperto a quattro passi da piazza Navona. "Ci siamo fidanzati per sei mesi - continua - poi abbiamo fatto la festa e da allora viviamo insieme. E resterò con lei finché vivo". Il primogenito si chiama Kenad, ha 21 anni e "studia da meccanico", Poi c'è Cliton, 20 anni.

"Avrebbe dovuto chiamarsi Clinton perché mi piaceva il nome del presidente americano ma abbiamo sbagliato a scrivere - continua Imer - poi abbiamo una figlia che sta studiando da parrucchiera, e tutti gli altri vanno ancora alle scuole medie o sono piccolini".

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