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"Hazet 36". Il commento choc del collettivo che inneggia alla morte di Ramelli

Si è tornati indietro agli Anni di Piombo nelle scuole italiane, dove si rievocano le azioni violente di Avanguardia operaia: "Inneggiamo alle spranghe sui fascisti"

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Più si osserva quello che succede nelle scuole e nelle università, più ci si rende conto che i bui anni Settanta sembrano riaffacciarsi a grandi passi. Se le università vengono occupate, così come i rettorati, e vengono effettuati blitz violenti nei senati accademici, cercando lo scontro con la polizia, nei licei la situazione è forse ancor più grave. I collettivi di sinistra hanno preso possesso delle scuole: le considerano un loro territorio inviolabile, dove non deve esistere alcuna voce di dissenso. Le uniche idee che possono essere diffuse sono le loro e qualunque altro tentativo viene considerato solo "propaganda". E si arriva perfino a inneggiare alla morte di un 19enne negli Anni di Piombo.

L'ultimo episodio arriva da Roma, al liceo Plinio Seniore, dove si è assistito all'ennesimo scontro tra il collettivo politico locale e la sezione romana di Azione studentesca. Questi ultimi hanno mandato i propri "attacchini" ad affiggere nella notte manifesti sulle pareti esterne della scuola che, com'era prevedibile, in pochi minuti sono stati strappati. Avvisati di quanto accaduto, alcuni esponenti del collettivo si sono riversati all'esterno per togliere i volantini e ne è nata una colluttazione con un esponente ancora presente. Azione studentesca viene accusata di adottare comportamenti "squadristi e intimidatori" nei confronti degli studenti del liceo e la sola affissione dei manifesti viene definita una "provocazione" dal collettivo, che denuncia di aver subito spintoni da parte di un "neofascista" quando hanno iniziato a strappare via i manifesti. "Brucia forte questo fuoco", si leggeva nei manifesti che sono stati strappati.

Scene già viste e riviste, vecchie di decenni, che parlano di un collettivo antidemocratico, incapace di accettare l'esistenza di un fronte di pensiero diverso dal proprio, e della controparte che provoca, ben sapendo quale sarà la reazione. Ma al di là di questo, c'è un altro elemento che preoccupa. Il collettivo Manara, dell'omonimo liceo romano, ha condiviso il comunicato con la solita scritta "fasci appesi". Ma è sotto il post in cui il collettivo Ventinovembre del liceo Plinio Seniore denuncia i fatti occorsi con azione studentesca, che si trova l'elemento più grave. Il "Collettivo politico Tasso" dell'omonimo liceo romano ha lasciato un commento che dovrebbe portare a serie considerazioni.

"Hazet 36", scrive il profilo del collettivo Tasso, con tanto di cuore di apprezzamento da parte del collettivo Ventinovembre. Una parola che rievoca uno dei periodi più bui della storia d'Italia, che oggi i giovanissimi evocano senza paura. L'Hazet 36 è l'arma, una chiave inglese dal peso di 3.5 Kg, che Avanguardia operaia ha utilizzato per massacrare fino alla morte Sergio Ramelli, militante del Fronte della gioventù nel 1975, ad appena 19 anni. "Hazet 36, fascista dove sei", è diventato uno dei cori scanditi dai collettivi durante le proprie manifestazioni. E a chi fa notare loro che inneggiare alla morte di un ragazzino è orrendo, un altro utente, che scrive sotto anonimato, replica: "Inneggiamo alle spranghe sui fascisti".

La situazione sta evidentemente degenerando e non ci sono segnali che ci sia una volontà di cambiare l'inerzia, che non porterà a nulla di buono.

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