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Sala pensa al dopo: "Voglio fare politica". E punta al centro sul modello Forza Italia

L'analisi del sindaco di Milano: "Il centrosinistra non ha una forza come gli azzurri"

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Milano - «AAA cercasi casa politica». Il sindaco di Milano Beppe Sala avvisa che dopo la fine del secondo mandato nel 2027 non ha «nessun interesse a tornare al vecchio mondo» manageriale. Anche se ha più volte dichiarato che le offerte non gli mancherebbero, «è un capitolo chiuso». «Mi piacerebbe occuparmi di politica ma non ho un partito, oggi è Milano, e questo mi permette di parlare da politico e non solo da amministratore, il giorno dopo che non sarò più sindaco non avrò più questo partito - ha dichiarato -. È evidente che una "casa" dovrò trovarla e la mia riflessione é: dove darò il mio contributo in futuro all`interno del centrosinistra, nel Pd o in un`area riformista?». Riflessioni che ieri mattina non ha fatto in un ristretto circolo ma davanti alla platea della «Leopolda milanese», l`evento «La Grande Milano per l`Europa» che si è tenuto per tutta la giornata in zona Bocconi, con tavoli di lavoro, confronti su idee e proposte, ed è stato chiuso dall`intervento del leader di Iv Matteo Renzi, candidato alle Europee nella circoscrizione Nord Ovest che comprende anche la Lombardia.

Sala ha lanciato l`amo. «A sinistra c`è tanta gente che si accontenta di fare un po` l`anima bella ma io voglio essere parte di qualcosa che ci porterà a vincere. Troviamo le formule, già le Europee possono essere un`occasione». Nel quartier generale di Renzi - e nel giorno in cui l`ex sindaco di Milano Letizia Moratti scende in campo con la lista di Fi - Sala porta come esempio proprio il modello Forza Italia. «Il centrodestra sembra invincibile e oggi i numeri dicono che lo è a livello nazionale. Vince perché c`è Forza Italia - sottolinea -, una forza che per quanto vale sposta l`ago della bilancia, mentre il centrosinistra fa fatica ad averla. Questo spazio deve essere occupato». E dovrebbe avere un frontman. Aveva già partecipato alla kermesse organizzata un mese fa da Emma Bonino per gli Stati Uniti d`Europa, la lista di scopo tra +Europa e Italia Viva, e ha ribadito ieri che «l`idea è buona ma vorrei che le forze che ne fanno parte fossero convinte di stare radicalmente nel centrosinistra», messaggio a Renzi. «Poi cercheremo i modi di collaborare e creare un'anima riformista vera. Continuo a dire che al centrosinistra manca un po` di centro». A Milano, sostiene Sala, «diciamo che il 50% vota a destra e il 50% a sinistra ma penso che l`equazione giusta sia un terzo a sinistra, a destra e un terzo al centro. Un`area moderata serve». Torna a citare il modello azzurro: «Chi si sente moderato vota sia per le idee che per gli atteggiamenti moderati, non si spiegherebbe il successo di Fi. Deve essere una lezione anche per noi». Sgarbo in casa, visto che Renzi più tardi affonda: «Chi vota Fi vuole ancora il disastro di Von Der Leyen».

Una gamba riformista che può sostituire quella (sempre più) traballante del M5S. E dal movimentismo degli ultimi mesi è sempre più chiaro che, non trovando uno spazio nel Pd, il sindaco punti a ritagliarsi un ruolo da aggregatore delle forze moderate, verdi e riformiste.

Smonta con un`espressione che dice tutto il campo largo: «A Milano c'è un campo larghissimo, a livello nazionale oggi non è semplice».

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