Politica estera

Il documentario che imbarazza Trump

"Stormy" racconta i rapporti con l'ex presidente. Frode fiscale, cauzione da 464 milioni

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Il caso Stormy Daniels arriva in tv a poche settimane dall'inizio del processo contro Donald Trump per il pagamento all'ex pornostar per comprarne il silenzio su una loro passata relazione prima delle elezioni del 2016. Il documentario «Stormy», uscito negli Usa sulla piattaforma Peacock, racconta le conseguenze del suo breve incontro con il tycoon nel 2006 e del perché non ha detto no alle sue avance, e ripercorre con interviste e filmati ciò che accadde quando la squadra di The Donald cercò di nascondere la notizia del loro presunto affaire mentre lui correva per la Casa Bianca con i famigerati 130mila dollari. Ma descrive anche la fama e attenzione che la vicenda ha attirato sulla protagonista (il cui vero nome è Stephanie Clifford) e di come questo abbia influenzato la sua vita familiare. «Sono qui per raccontare la mia storia e se faccio cambiare idea ad alcune persone va bene. In caso contrario, almeno mia figlia può conoscere la verità», ha detto nel film Daniels. Trump «non ha mai pensato che le donne come me contino qualcosa - ha spiegato - Questa cosa finisce ora». Nel frattempo il giudice Juan Merchan ha respinto il tentativo del tycoon di bloccare la testimonianza del suo ex avvocato e faccendiere Michael Cohen e della pornostar al processo. Nella sentenza, ha scritto di «non essere a conoscenza di alcuna motivazione logica per la quale un testimone dell'accusa dovrebbe essere tenuto lontano perché la sua credibilità è stata messa in discussione». Trump aveva accusato Cohen e Daniels di essere «bugiardi e opportunisti», attacchi che per il giudice non hanno un peso legale.

Sul fronte del processo a New York per frode commerciale, invece, l'ex presidente ha tempo fino al 25 marzo per depositare la cauzione d'appello da 464 milioni di dollari stabilita dalla sentenza, altrimenti la procuratrice generale Letitia James potrà ordinare il sequestro dei suoi beni. Pochi giorni per evitare il tracollo e racimolare una somma che i legali del tycoon hanno definito «senza precedenti» per una compagnia assicurativa. Sebbene Trump si vanti spesso della sua ricchezza, il suo patrimonio netto deriva in gran parte dal valore dei beni immobili, che le compagnie assicurative raramente accettano come garanzia. Secondo una recente inchiesta del New York Times possiede al momento circa 350 milioni di dollari in contanti, una cifra notevole ma molto al di sotto di ciò di cui ha bisogno. A questo punto Trump potrebbe decidere di rivolgersi alla Corte Suprema di New York per ottenere più tempo, ma legalmente la procuratrice potrebbe comunque dare il via all'esproprio.

E gli occhi sono puntati sulle proprietà più iconiche, dalla Trump Tower a New York a Mar-a-Lago in Florida al club di Bedminster in New Jersey, dove è solito trascorrere con la moglie Melania i mesi estivi.

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