Napoli Prima ha lanciato un portapenne contro un compagno disabile poi si è scagliato contro la maestra che lo aveva richiamato ad un comportamento più corretto e aveva cercato di mettere pace tra lui e l'altro bambino. Ma, Salvatore, 10 anni, alunno di quinta elementare, anzichè darsi una calmata, se l'è presa anche con l'insegnante. Ha scalciato come un cavallo impazzito per liberarsi dalla presa della donna, Maria Marcello, 48 anni, che aveva cercato di trattenerlo per un braccio, per evitare che aggredisse il compagno. Ma la peggio l'ha avuta proprio lei: un calcio l'ha colpita al fianco sinistro, facendola svenire in pochi secondi.
Solo allora Salvatore si è calmato. Una collega della docente ha compreso immediatamente quanto la situazione fosse grave: senza attendere l'arrivo dell'ambulanza, con altre maestre ha caricato la donna in auto e l'ha portata in ospedale. Una corsa col batticuore fino all'ospedale evangelico «Villa Betania». Maria Marcello è stata portata in sala operatoria e qui i chirurghi hanno dovuto asportarle la milza, spappolata dai calcioni del piccolo teppista.
Scenario di questo gravissimo episodio che, anche in una città violenta come Napoli, non era mai avvenuto, il 48° Circolo didattico «Madre Claudia Russo» di via delle Repubbliche Marinare, a Barra, zona orientale della città. Barra è uno dei quartieri più degradati di Napoli, è anche il quartiere della strage del '91 (quattro uomini uccisi), della disoccupazione e della carenza di case.
Il bullo è entrato in azione mentre era in corso la compilazione di un questionario per la valutazione delle capacità di ogni studente. Ad un certo punto si è scagliato contro il compagno, forse, offesosi per una frase male interpretata.
L'insegnante l'ha scampata grazie alla tempestività dei soccorsi prestatigli dalle sue colleghe: forse, se avessero atteso l'ambulanza, la sua vita avrebbe corso rischi ancora più seri. In auto la donna sembrava essersi ripresa dal colpo. In un momento di lucidità, infatti, ha avuto la forza di telefonare al marito per dirgli: «Sono ferita, mi stanno portando in ospedale». Biagio Estatico, ingegnere, e pure lui insegnante, poco dopo è arrivato con i due figli a Villa Betania. Poi, la lunga attesa, tre ore, dinanzi alla camera operatoria. Davanti alla camera dove è ricoverata la moglie, pronuncia senza alcuna fatica, parole di perdono nei confronti del bambino. Lo dice chiaramente. «La parola perdono per me ha un significato molto forte. Seguo l'esempio di Papa Wojtyla, che perdonò l'uomo che aveva cercato di ucciderlo. Siamo una famiglia cattolica. Anche Maria perdonerà il ragazzino che le ha fatto del male. È accaduto qualcosa che non doveva accadere, è un campanello dallarme. Questi bambini hanno bisogno di tante altre cose, di tante persone che siano in grado di aiutarli a crescere».
Salvatore non è un alunno di Maria Marcello. La maestra ieri aveva sostituito la collega titolare della classe frequentata dal bullo. Rosa Seccia, direttrice del «Madre Claudia Russo» è attonita per l'accaduto. Esprime solidarietà alla collega ma si dice anche preoccupata per lo studente.
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