La sua lettera inizia così: «Caro Matteo (Renzi, il sindaco di Firenze ndr), temo che queste righe siano destinate a documentare uno degli avvenimenti più infelici della mia vita». E anche parlando di sera al telefono, poco dopo la seduta di fisioterapia, Franco Zeffirelli usa parole commoventi e sofferte per spiegare perché, a 87 anni, rinuncia a creare nella sua Firenze la Fondazione destinata a raccogliere le memorie di una carriera inarrivabile e a lanciare. LAccademia per le arti dello spettacolo. «Ho riflettuto molto ma non ce la faccio. Io mi sento un fenomeno perché lavoro e sono ancora creativo ma, a questa età, la salute può anche promettere bene poi però rischia di non mantenere». E la sua voce si increspa. Alla fine ha preso una decisione difficile e, come scrive nella lettera, «avrei dovuto riflettere bene prima di scomodare tanta gente». Daltronde Franco Zeffirelli, uno dei registi che il mondo ci invidia, un fiorentino appuntito e lucidissimo che ha esordito come scenografo di Luchino Visconti, è sempre stato così: entusiasta. Entusiasta e inarrestabile. Stavolta ha dovuto fare marcia indietro perché «ormai ogni giorno per me è una scommessa e non ho più le forze di affrontare un progetto impegnativo come quello della Fondazione a Firenze. Io ormai vivo a Roma, le trasferte sarebbero troppo impegnative e rischio di non poter assistere come vorrei alla realizzazione di questa idea». Insomma, come dice, «questa è una conclusione inevitabile» perché, e lo ha scritto di suo pugno anche nella lettera al sindaco, non ha tenuto in conto i «limiti imprescindibili imposti dal mio stato di salute». A Firenze, come accenna nella sua chiacchierata, «lascerà qualcosa daltro. Qualcosa per me fondamentale. Speravo proprio di lasciare tutto alla città che mi ha allevato ed educato». A dire il vero, il Comune di Firenze, dopo aver accompagnato nei mesi scorsi qualche polemica, ha registrato la decisione con lucidità: «Ci dispiace per la decisione del Maestro ma comprendiamo le motivazioni» ha detto lassessore Rosa Maria Di Giorgi. Insomma, come spiega dolorosamente anche Zeffirelli, «ormai la nascita della Fondazione a Roma è la conclusione inevitabile, anche se persino lì, viste le mie condizioni, per me sarebbe una impresa molto complicata. Magari potrei andarci qualche volta, ma è comunque unimpresa gigantesca». A questo punto quindi, lAccademia Zeffirelli nascerà con tutta probabilità a Roma, anche se il sindaco Alemanno non ha ancora preso affrontato la situazione. «In realtà, non gli ho parlato. Ma ho avuto scambi interessanti con Renata Polverini, il governatore del Lazio.
E se Roma mi offrisse una sede interessante, un posto dove davvero concentrare tutte le memorie e le tracce della mia carriera, allora sì, quella sarebbe la mia sede». E la voce, la sua voce cristallina, si increspa di nuovo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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