Abi, i piani strategici per rafforzare il rapporto tra credito e aziende

Le aziende venete oggi hanno sempre più bisogno dell'appoggio delle banche. Nelle difficilissime condizioni attuali, Amedeo Piva, presidente di Abi Veneto, illustra su Dossier le soluzioni messe in campo dagli istituti di credito per rispondere alle esigenze delle imprese. In particolare, con l'avviso comune per la sospensione dei mutui alle imprese, le banche hanno sospeso circa 260mila mutui a livello nazionale, pari a 70 miliardi di debito residuo, con una nuova liquidità, superiore a circa 15 miliardi di euro.
«La priorità, per tutte le banche italiane, è quella di sostenere il credito delle imprese. Con un occhio di riguardo - spiega Piva - a quelle realtà che investono in ricerca e si orientano sui mercati internazionali. In Veneto, le imprese che hanno effettuato una delocalizzazione produttiva, raggiungono il 17 per cento. Il principio di sana e prudente gestione è più che mai attuale alla luce dell'odierna congiuntura economica. Le banche venete sono sempre state un punto di riferimento centrale per le imprese del nostro territorio e fanno il massimo anche in un quadro di scarsa redditività e di risorse limitate. Non solo a parole ma soprattutto con i fatti. Basti pensare alla moratoria dei crediti con le associazioni d'impresa, grazie alla quale le piccole e medie imprese possono far fronte ai problemi contingenti, ma anche programmare la loro competitività».
Secondo il presidente di Abi Veneto, il sistema bancario italiano avrà un futuro positivo solo se lo avranno le aziende. È impensabile, quindi, una mancata intesa tra istituti e imprese.

«Il sistema creditizio sta cercando di fare il massimo - conclude - continuando a lavorare per favorire la comunicazione finanziaria tra banche, aziende e famiglie, per migliorare le modalità di relazione reciproca e la costruzione di un linguaggio comune».

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