Abramovich: i segreti del mio impero in Russia

Londra. Roman Abramovich, l’ex venditore ambulante ora tra gli uomini più ricchi al mondo, ammette di aver versato miliardi di dollari ad oligarghi russi e georgiani per assicurarsi il controllo delle ingenti risorse minerarie della ex Urss. Le rivelazioni sono contenute in una sua testimonianza in tribunale resa nota ieri dal Times di Londra. Il documento giudiziario descrive le sanguinose «guerre dell’alluminio» (circa 100 morti) combattute nell’era post sovietica in Russia ed i retroscena delle torbide privatizzazioni dell’epoca Eltsin.
Abramovich, 41 anni, acquirente della compagnia petrolifera Sibneft, ha parlato davanti ai giudici britannici nel quadro della causa intentata contro di lui dall’oligarga Boris Berezovsky, al tempo uno dei suoi protettori.

Questi, da anni in autoesilio a Londra, lo accusa di aver agito finanziariamente ai suoi danni su ordine dell’ex presidente russo Putin. Secondo il Times, è la prima volta che Abramovich spiega come sia riuscito in pochi anni ad accumulare un patrimonio stimato in 14,38 miliardi di euro.

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