Gino Bartali direbbe: «Lè tutto sbagliato, lè tutto da rifare». Purtroppo però qui lironia stona, visto che in ballo cè un debito di oltre 250 milioni di euro che grava tutto sulla municipalizzata spezzina dellAcam, lazienda che nella provincia del levante ligure gestisce, tra laltro, acqua, gas, fognature e rifiuti. A tre giorni dalle elezioni regionali la ricetta del presidente Paolo Garbini e dellamministratore delegato Ivan Strozzi, saliti (o meglio gettati) sulla nave che affondava per salvare il salvabile, è chiara: bisogna ripensare tutto, tagliare e rendere trasparenti (se non moralizzare visto i tanti casi in odore di clientelismo) le future assunzioni, quando mai si potranno fare. La bozza del piano di risanamento è stata consegnata ai sindacati e alle banche, il tutto mentre si è già partiti con il programma di riorganizzazione della mastodontica società pubblica che rischia, il pericolo non è passato, di lasciare senza i servizi essenziali i 32 comuni spezzini.
E non si parla solo di futuro, ma anche del passato chiamando in causa la precedente amministrazione dellAcam. Ivan Strozzi su questo è chiaro: «Cè in corso unazione per chiamare alle responsabilità amministrative i precedenti vertici dellazienda - spiega - specialmente per la sottoscrizione di derivati e di altri strumenti finanziari che non si sono rivelati un investimento». Detto questo si deve risanare il buco e rimettere in piedi lazienda che appare, oggettivamente, strategica per far funzionare i servizi essenziali dello spezzino. «Questa società è stata poco presente dove doveva garantire maggiori attenzioni, cioè il territorio - proseguono i due dirigenti - invece ha scelto grandi voli e grandi programmi, con strutture in giro per lItalia . Dobbiamo voltare pagina».
La ricetta così prevede un dimagrimento sostanziale della maxi azienda che era arrivata ad avere una struttura di 14 società, tutte chiaramente con consigli di amministrazione e dirigenti, compiti che spesso sono apparsi più che altro ripieghi per politici da riciclare. Oggi Acam è una struttura di 8 società controllate e dovrà passare a 5. Poi cè il business dei rifiuti che apre molte strade. Infatti Acam possiede due moderni e funzionali impianti di trattamento e smaltimento, oggi servono solo Spezia, ma se aumentasse la differenziata nel territorio si libererebbero quantitativi di lavorazione che potrebbero essere aperti al resto della regione, a pagamento ovviamente.
È già realtà la decisione di cedere ad una società, creata appositamente dai Comuni spezzini, la proprietà delle reti idriche che poi Acam affitterà per la distribuzione. Sempre sperando nellacordo con Hera, saranno riorganizzati e resi più efficienti i dipendenti, ad esempio Acam avrà un unico settore elettricisti e non un doppione per ogni società, sarà razionalizzato lorario e il tipo di lavoro, impiegando le professionalità interne a discapito di contratti esterni. Svolta nelle assunzioni, dopo anni di nebbia.
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