Accusati di «sprechi» i medici si incatenano

Duecento camici bianchi davanti alla Corte dei conti che li ha indagati per aver prescritto troppi farmaci ai pazienti: «Abbiamo solo fatto il nostro dovere»

Chi è passato ieri mattina per via Marina avrà pensato di trovarsi di fronte a uno scampolo di Carnevale. Potevano trarre in inganno le bombette e i camici bianchi delle duecento persone, alcune incatenate, intente a manifestare rumorosamente sotto le finestre della Corte de Conti. Ma c’è poco da scherzare. Tutt’altro. I manifestanti, medici del Sindacato nazionale autonomo medici italiani, rischiano infatti di dover risarcire migliaia di euro all’Asl, perché «colpevoli», secondo la magistratura contabile, di aver prescritto troppi farmaci.
Anche se per ora solo uno di loro ha risarcito l'Azienda Sanitaria Locale. Si tratta del dottor Paul Strauch che ha lo studio sul lago d’Iseo. A due anni dalla pensione ha pattuito una transazione di 11mila euro. Era accusato d'aver provocato un danno di 200mila. «La mia unica colpa è d’aver curato come dovevo i miei pazienti».
Gli altri manifestanti, molti armati di fischietto, erano dello stesso parere. Sul cartello appeso al collo di uno di loro si poteva, infatti, leggere: «Corte eccomi: sono il cretino che usa curare le persone». E i «cretini» sarebbero in tutta la Lombardia 564, anche se solo per duecento è stata chiesta la messa in mora. «Nessuno però - contesta Marcello Odorizzi, uno dei medici di base sanzionati - è andato a controllare se i pazienti stanno bene o li abbiamo costretti a delle Vie Crucis per esami inutili».
E a queste accuse mosse alla Corte dei Conti risponde il procuratore regionale Domenico Spadaro: «Non mi spiego la ragione per cui i sindacati manifestano davanti a questa Procura, posto che l'istruttoria, una volta ricevuta la denuncia , è obbligatoria. Da parte dei sindacati si afferma un'ingiusta contestazione, perché si ritiene che l'indagine si basi esclusivamente su parametri numerici. Ma è falso».
E per spiegare il perché il procuratore regionale della Corte dei Conti ricorre al linguaggio medico ben conosciuto dai contestatori. «I parametri numerici sono solo serviti come sintomo per diagnosticare le patologie. Si è fatto ricorso anche ad altri fattori. La parola chiave è, infatti, “appropriatezza delle prescrizioni”.

Inoltre per le nostre valutazioni e indagini ci si è avvalsi di altri medici».
Per il dottor Spadaro i sindacati sbagliano bersaglio. «Protestano davanti a una Procura che sta facendo il suo lavoro. Ma come controparte istituzionale non dovrebbero avere l’Asl o la Regione?».

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