Maria Vittoria Cascino
Conguagli e acconti fanno schizzare le bollette dell'acqua e mettono il Tigullio in ginocchio. «Perchè non è possibile che io sola e pensionata debba pagare 1.100 euro». Anna ha i capelli bianchi e ieri mattina è rimasta in coda quattro ore davanti agli uffici della Idrotigullio di Chiavari per capire quale meccanismo perverso abbia innescato le cifre da capogiro che hanno mobilitato gli utenti e i sindaci del Levante. «Cifre spropositate che si trincerano dietro le voci conguaglio e acconto - spiega Corrado Cicciarelli, da dieci anni responsabile dell'Adiconsum Tigullio - Il primo è relativo ai consumi dal luglio 2004, giorno in cui i 67 comuni della provincia di Genova si sono venduti gli acquedotti, all'ultima lettura fatta, detraendo dalla cifra le bollette pagate. L'acconto riguarda invece i consumi dal primo maggio fino al 31 agosto 2005».
Le cifre astronomiche sarebbero dovute «all'aumento a dismisura delle tariffe in seguito all'unificazione della tariffa stessa per tutti i comuni di Genova. A Chiavari sono raddoppiate, a Lavagna e Santa si sono incrementate del 500 per cento». Tant'è che già sabato Giuliano Vaccarezza, sindaco di Lavagna, invia all'ATO un telegramma al fulmicotone in cui segnala l'ira dei cittadini e la difficoltà nel darsi ragione dell'esoso esborso. «Bisogna rivedere l'applicazione del sistema tariffario - insiste Vaccarezza - O si ampliano i moduli per non arrivare subito al terzo esubero o si considerano i consumi procapite nel nucleo familiare». E le tariffe dell'acqua bollente finiscono sul tavolo del Comitato Consultivo dell'Ato, presieduto dall'assessore Renata Briano, riunitosi ieri mattina.
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