Adriano stende la Germania Brasile in finale

Alberto Ghiacci

Non è mai corso buon sangue tra le due squadre. Ancor più dopo le accuse dei giorni scorsi di Beckenbauer ai «poco seri» brasiliani. Non si amano Germania e Brasile, ed è pur sempre una grande classica del calcio mondiale. Partita vera, infatti, al Frankenstadion di Norimberga, anche se solo per la semifinale della Confederations Cup, prova generale dei Mondiali. Il ritmo è un po’ blando, certo, per le fatiche di una lunga stagione, ma il piglio, quello sì, è da match sentito e il piede, nei contrasti, da una parte e dall’altra, non viene mai tolto.
«Buuu, Buuu». Eccoli lì, i soliti razzisti che rovinano una bella partita. E invece no. Stavolta sono semplici tifosi tedeschi che chiamano il gigante «Huth». Gigante che di fronte stavolta ne trova uno più grande di lui. Adriano, che con una doppietta, e un rigore procurato, stende i tedeschi e regala al Brasile la finale. Alla fine è 3-2 per i verdeoro che spaventano tanto in attacco quanto in difesa. Per motivi opposti. L’attacco più forte del mondo e la difesa che balla come poche altre. La Germania dal canto suo si è riproposta come buona formazione, ringiovanita (età media di 25,2 anni), arcigna come di consueto. Il ct brasiliano Parreira schiera i suoi con quattro difensori, a copertura dei quali c’è il solo Emerson. Poi Zè Roberto e i quattro tenori, tra i quali Kakà è apparso molto stanco. Klinsmann si affida alla difesa a tre e ad un ottimo centrocampo che unisce le giuste dosi di quantità e qualità. Nei cinque della mediana tedesca spiccano le prestazioni di Frings, Deisler e Schneider.
È Adriano l’uomo in più grazie al quale, in un primo tempo equilibrato, il Brasile riesce per due volte a scardinare la difesa tedesca. Suo il primo gol al 21’. Punizione dai trenta metri deviata da Frings: Lehmann è completamente spiazzato. Neanche un minuto e Podolski (a proposito di nuove individualità tedesche) pareggia di testa sugli sviluppi di un corner: 1-1. I giganti dicevamo. Al 41’ Huth abbatte ancora Adriano in area: rigore. Ronaldinho trasforma con grande freddezza. Cinque minuti e il pessimo direttore di gara, il cileno Chandia, si inventa un rigore per i tedeschi, per carezza di Emerson a Ballack. Proprio il capitano si incarica della battuta e trafigge Dida. 2-2. Termina così la prima frazione di gioco.
Nella ripresa c’è più Germania.

La stanchezza però comincia a far perdere lucidità ai protagonisti, e le emozioni iniziano a scarseggiare. Ma sul regno dell’Imperatore non tramonta mai il sole. Ancora Adriano. E ancora Huth. Scatto bruciante del brasiliano, finta di corpo, sinistro rasoterra potente e preciso. 3-2 e Brasile in finale. Adriano: decisivo.

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