Riccardo Signori
Dopo 843 minuti di astinenza, Adriano ha fatto tirare un sospirone di sollievo a tutta lInter. Rieccolo, soprattutto ora che servono i gol. A cominciare da domani sera. LInter si concentra sulla Champions: ha unautostrada aperta verso la semifinale. Adriano ha regalato buoni segnali sul futuro: si è allenato come dovrebbe sempre un giocatore, vita notturna regolata (in società sono soddisfatti della presenza a Milano della fidanzata), voglia di correre con discreta lucidità, potenza e prepotenza fisica. «Ha fatto paura agli avversari, tornando lattaccante che conosciamo», ha commentato Moratti, quasi a sottintendere che quando Adriano fa ridere non serve a niente e deve farsi un buon esame di coscienza. Qualcuno ha sussurrato al bomberone che occorre essere ancora più determinante, forse ricordando palloni buttati quando serviva la seconda rete. Non abbastanza per fargli mettere il muso.
NellInter delle sorprese vanno elencate le buone prestazioni di Wome (forse la miglior partita in nerazzurro), la conferma di Toldo che per ora tiene saldamente in mano la maglia da titolare, e il rientro di Veron che, pur eccedendo in falli carogneschi, ha restituito alla squadra un leader cui affidarsi. E per il futuro ci sarà tempo di parlarne a fine campionato. Largentino lo ha detto senza mezzi termini: «Ci penserò seriamente a fine campionato, la proposta dellInter mi lusinga: non voglio illudere nessuno».
Ma, appunto, badando al futuro a lungo termine, Moratti ha indirettamente riaperto la via allidea che gli frulla in testa: portare a Milano Thierry Henry, uno dei suoi giocatori preferiti, così come lo erano Ronaldinho e Messi e come continua ad esserlo Ronaldo. «Henry?», ha risposto a domanda. «Per il momento è unipotesi giornalistica». Quel rilievo temporale è il segnale che lipotesi gli piacerebbe tanto. Ma dovrà attendere a fine campionato per sapere se loperazione potrà andare in porto. Idea più attraente del rivedere Ronaldo in nerazzurro con Adriano. «Comunque due brasiliani insieme sono entusiasmanti da vedere». Un giorno Moratti ci provò anche con Ronaldinho. E sabato sera ha raccontato la storia: «Mi venne in mente di scambiarlo con un nostro giocatore. Il presidente della squadra di Ronaldinho era disponibile. Lallenatore, che ne capiva di calcio, non altrettanto». La squadra era il Paris Saint Germain, lallenatore Fernandez. Anno 2002. In quellInter cera limbarazzo della scelta per la contropartita: da Kallon a Ventola, da Sukur a Dalmat.
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