Affluenza alta, ma resta l’incognita quorum

Il «battiquorum», per chi ha trasformato questa tornata referendaria in una crociata politica contro il Cavaliere, è destinato a durare sino alla chiusura dei seggi, oggi alle 15. La fatidica soglia del 50% più uno di votanti, necessaria per la validità del test, non è stata ancora raggiunta. Ma, parola degli esperti, dopo 16 anni di flop, questi referendum hanno più di qualche chance di sfondare il muro dell’astensione. L’affluenza, infatti, alle 19, ha superato quota 30% e alle 22 è arrivata al 41,1%, oltre il fatidico 40% ritenuto indispensabile. Il che lascia buone possibilità ai promotori di centrare l’obiettivo.
Un risultato imprevedibile sino a pochi mesi fa. Ma nel complesso non inaspettato, considerata la carica politica, con relativa mobilitazione a tappeto, che i promotori dei quesiti hanno messo in campo. Una vera e propria macchina da guerra, specie sui social network. Una campagna capillare, ovunque. Persino sulle spiagge, come è accaduto a Napoli dove i Verdi hanno fatto concorrenza ai vu cumprà, trasformandosi in vu votà armati di megafoni e cartelli per sensibilizzare i bagnanti. Unica incognita, cosa succederà col voto degli italiani all’estero, escluso ieri dal calcolo dell’affluenza. Se, per ipotesi, nessun italiano all’estero avesse votato, il dato di affluenza delle 19, 30,3%, scenderebbe al 28%.
Il trend di alta affluenza è stato chiaro sin dalla prima rilevazione. Se non si raggiunge il 10%, avevano sentenziato i sondaggisti, difficile che poi si riesca a sfondare il 50%. E a mezzogiorno, ieri, aveva votato l’11,64%, con punte da record in Emilia Romagna e a Bologna in particolare (18,38%) e percentuali risibili al Sud, come a Reggio Calabria (5,33%). Stesso andamento alle 19, quando l’affluenza ha superato il 30%: punte più elevate (oltre 10 punti) al Nord. Nessuna sostanziale differenza nell’affluenza sui singoli quesiti: qualche elettore in più per quelli sull’acqua, ma nel complesso gli italiani hanno preso tutte e quattro le schede.
Ragiona Luigi Crespi, direttore dell’omonimo istituto, su Clandestinoweb: «La proiezione finale calcolata sull’affluenza a mezzogiorno ci consegna un dato già sopra il 55% al netto del voto all’estero, non mi sorprenderei se fosse anche più alto. Se alle 22 l’affluenza si attesterà sopra il 40% per il quorum sarà cosa fatta». E il 40% di affluenza, superato in qualche caso già alle 19, è stato sforato: 41,1% il risultato finale, con punte oltre il quorum a Reggio Emilia (54,6%), Bologna e Firenze (52,6%), Livorno (50,6%). Fanalino di coda Crotone, ferma al 28,6%.
Non sono mancati, un po’ in tutta Italia, i disguidi. Dai «seggi spariti» di Ostia, dove alcune sezioni sono state spostate da una scuola senza avvisare gli elettori, al voto-fiume di Milano, ben nove schede grazie ai cinque referendum comunali. Vu votà in spiaggia a parte, a Napoli ci sono stati problemi perché è andato in tilt il sistema informatico che gestisce l’anagrafe comunale. Tensione in un seggio a Genova. Un’elettrice ha visto una rappresentante di lista con l’Unità in bella mostra e le ha chiesto di metter via il giornale. Invito raccolto solo dopo un battibecco e l’intervento dei carabinieri in servizio. Qualche disguido anche per i vip al voto.

È il caso della governatrice del Lazio Renata Polverini, che si è dovuta far prestare gli occhiali dalla presidente di seggio perché aveva dimenticato i suoi. I comitati del «Sì» sono fiduciosi e si preparano a festeggiare oggi a Roma, in piazza Bocca della Verità.

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