Roma«Sì, è proprio lui, è il ciccione della tv. A ciccio, ndo vai?». E giù botte. Era sabato sera e Mario Adinolfi, giornalista, blogger, ex vicedirettore della dalemiana Red tv ed ex candidato alle primarie del Pd, aggredito da otto ragazzini sulla circonvallazione Gianicolense, per fortuna se lè cavata con poco: un pugno sul labbro, un colpo di casco sullarcata sopraccigliare, molto spavento, una medicazione allospedale, ecchimosi, edema, ferite lacero-contuse.
E una coda polemica, un po equivoca, affidata a Facebook: «Tre ore prima Blob aveva rimandato in onda la scena, tratta da Agorà sui Rai3, in cui Alessandro Sallusti si augurava platealmente che io venissi picchiato. Tre ore dopo il direttore del Giornale è stato accontentato». Che significa, che Sallusti è il mandante del pestaggio? «No - precisa - non volevo dire questo. Non credo che si sia trattato di unaggressione politica, quello che mi ha colpito probabilmente nemmeno sa chi sia Sallusti, e io non considero in alcun modo il direttore del Giornale mandante morale». Però cè un però: «Oggi sono andato rivedere il video e ho trovato toni pazzeschi, di una violenza verbale incredibile. Tutto questo credo ci costringa a una riflessione sul punto a cui è arrivata la conflittualità nel Paese, la tensione tra noi, rompendo gli argini della civile convivenza. Se non ce rendiamo conto in tempo, poi sarà troppo tardi».
A questo punto tocca a Sallusti puntualizzare: «La mia solidarietà ad Adinolfi, vittima di una ingiustificabile aggressione, è totale, però mi spiace che qualcuno stia strumentalizzando un mio diverbio televisivo con lui». Un dibattito molto acceso, nei giorni degli scontri studenteschi a Roma, che si concluse a male parole. «Ma il mio - ricostruisce il direttore del «Giornale» - non era certo un invito ad aggredire Mario Adinolfi. Al contrario, lo invitavo a ragionare sul fatto che la violenza è sempre violenza. In genere in televisione io non perdo mai la calma, piuttosto la faccio perdere. Ma Adinolfi quella volta me ne disse di tutti i colori». Che disse? «Le immagini che girano adesso sono parziali. È una sequenza tagliata, non si sente la sua voce. Comunque, a un certo punto minimizzò lepisodio del finanziere che fu aggredito a Roma, durante la manifestazione degli studenti il 14 dicembre. Non ricordo le sue parole esatte, ma in sostanza disse: Che vuoi che siano due sberle?. E io replicai: Voglio vedere se le danno a te due sberle. Era questo il senso del discorso, le affermazioni andrebbero sempre contestualizzate. Detto questo, mi dispiace per quello che gli è successo».
Finisce con una telefonata distesa e chiarificatrice tra i due. Equivoco chiuso, del resto la dinamica dei fatti, raccontata dallo stesso Adinolfi, dimostra che la politica non centra nulla. «Quegli otto ragazzi, tutti molto giovani, tutti molto euforici perché il sabato sera bisogna esserlo, stavano giocando alla caccia al pedone con i motorini. Io li ho mandati a quel paese, loro mi hanno sbarrato la strada e il più bassino, il boccia come lo chiamavano gli altri, forse perché doveva dimostrare del coraggio, mi ha dato un pugno sul labbro e un colpo di casco sullarcata sopraccigliare. Molto doloroso, tuttavia niente di grave.
Per il blogger solidarietà bipartisan. «Adinolfi è un tipo equilibrato e obbiettivo», dice il sindaco Alemanno. E Fabrizio Cicchitto: «Tutta la politica condanni la violenza».
Si, se non li ha mandati Sallusti chi li ha mandati? comunque complimenti comincia ad avere un buon seguito,tra un pò potrà contare su un intero battaglione di picchiatori,cominci ad ammassare olio di ricino che stanno ritornando i bei tempi.
Adinolfi ha perso un'occasione per tacere.
Saluti
Cornuto e mazziato.
Bhe allora ....