Agricole, si tratta su Nextra

da Milano

Un accordo globale. È quanto chiede Crédit Agricole per accettare la fusione Banca Intesa-SanPaolo Imi e tutelare i propri interessi strategici in Italia. Sul fronte degli sportelli l’accordo, a meno di sorprese, appare vicino a 600 entità, ma il nodo più difficile da sciogliere appare l’asset management dell’ex Nextra. La trattativa corre sul filo dei giorni in vista del cda di Intesa e SanPaolo sulla definizione della fusione che si potrebbero svolgere il 12 ottobre, ma qualsiasi accordo dovrà prima passare il vaglio del cda dell’Agricole che dovrà quindi riunirsi nei giorni precedenti. Comunque il concambio per la fusione non sarebbe da cambiare perché il perimetro delle banche rimarrà fermo ed eventuali operazioni verranno assorbite nello sviluppo della fusione. Sul fronte del retail si guarda al passaggio di Cariparma (310 sportelli), Friuladria (150) e altri 140 sportelli da Intesa alla banca francese.
Nelle prossime ore sono previsti incontri tra gli advisor con scambi di documentazione e giovedì, in occasione di un incontro tra l’ente e Crédit Agricole, i tasselli potrebbero andare a posto con il rientro della fondazione Cariparma nella banca parmense con circa il 15%. Per l’ex Nextra, oggi Caam, ci sarebbe un percorso tracciato con la ridefinizione dei rapporti tra Intesa e Agricole con il possibile ritorno della maggioranza della società in Italia.

Dopo la cessione del 65% dell’asset management del maggio 2005 all’Agricole, Intesa ha un accordo distributivo con una durata di 12 anni con la possibilità di collocare prodotti di terzi per un ammontare di oltre 2 miliardi all’anno fino a un massimo del 24% degli asset under management.

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