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Ale il leone & Franz la zebra "Bello avere un lato animale"

Le voci italiane dei protagonisti del cartone che in dicembre invaderà le sale: "Che fatica non ridere durante il doppiaggio"

Roma Non c’è pace tra la savana per Alex e Marty alias il leone e la zebra di Madagascar, il film di animazione che tre anni fa ha spopolato tra i bambini, e non solo, di tutto il mondo. E se nel primo episodio della Dreamworks i due, insieme alla loro banda di sciamannati formata da Melman la giraffa, Gloria l’ippopotamo, pinguini e scimpanzé, dovevano fuggire dallo zoo di New York, ora che sono arrivati nella loro terra d’origine africana non pensano ad altro che a tornare nella civiltà. Così nel ciclone Madagascar 2 pronto a invadere le sale di Natale, il 19 dicembre in ben 650 copie dopo aver sbancato il botteghino statunitense, assisteremo al turbinio di peripezie di questi viziatissimi animali cittadini finiti nell’Africa selvaggia. E se già i protagonisti, con i loro caratteri di partenza, sono di una comicità esilarante basta poi sentire le voci degli attori che li doppiano sia in originale (Ben Stiller e Chris Rock) ma soprattutto in italiano (Ale&Franz) che le risate si moltiplicano. Tanto più che i nostri Ale&Franz, al secolo Alessandro Besentini e Francesco Villa, formano una coppia comica anche nella vita e così, inevitabilmente, la loro identificazione con i personaggi si trasmette anche allo spettatore.
Confida Ale: «Il leone è abbastanza infantile, un giocherellone, uno che ama sempre scherzare. Questo è un aspetto che mi appartiene, perché obiettivamente è difficile identificarsi con un animale, o no?, e quindi è stato facile tornare nella “pelliccia” di Alex. Poi di me gli ho dato il segno zodiacale, la criniera come potete bene notare e ora mi sta spuntando anche la coda. E, ovviamente, gli ho dato la voce». Mentre Franz giura d’essersi immedesimato come uno dell’Actor’s Studio: «Non mi sembra di essere ancora uscito dall'incubo del doppiaggio. Marty è un personaggio estroverso, sempre sopra le righe, ma ci sono entrato in pieno e mi sono proprio identificato con questa zebra. Però non è stato per niente facile ripetere tutti gli “uhu, aha” dell'originale».
Ma la comicità, spesso surreale, dei due prende anche il sopravvento sul film stesso tanto che fantasticando sui futuri Madagascar, il terzo è già in cantiere, si mettono a scherzare: «Spero tanto - dice Ale - che i personaggi si evolvano e magari girino il mondo così potrei farlo anch’io con loro. Mi piacerebbe proprio incontrare un leone nel deserto». Ma poi, tornando sulla terra e sul film, aggiunge: «È molto difficile sbagliare nella comicità con un film come questo, perché la sceneggiatura è scritta benissimo. La cosa curiosa inoltre è che ci sono alcune battute che noi ripeteremmo identiche per il nostro pubblico». «Già nel primo film - prosegue Franz - ci siamo trovati a usare per la prima volta solo la voce con un copione che non avevamo scritto noi, al contrario di tutti i nostri spettacoli e film. La cosa divertente è che, anche stavolta, durante il doppiaggio ci siamo fermati più volte perché morivamo dal ridere e non potevamo andare avanti».
Inevitabile allora affrontare la questione di quanto il loro sodalizio artistico ma anche personale sia entrato in questo doppiaggio. Ale: «Azzarderei a dire tantissimo perché il nostro è un rapporto che funziona e questo ci ha molto aiutato in questa esperienza. C’è una dinamica di coppia che ci fa lavorare molto bene insieme».

«Oltretutto - aggiunge Franz - il rapporto tra il leone e la zebra è scritto alla perfezione, sicuramente ci abbiamo messo qualcosa d’intimamente nostro che deriva dalle dinamiche di coppia e dal nostro lato più profondo. E animale...».

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