"Il bivio è fra manovra leggera o crollo del paese?". Se lo chiede il segretario del Pdl, Angelino Alfano, intervistato da SkyTg24, che ribadisce: "Noi abbiamo scelto di sostenere questo governo. Ora è il governo che deve scegliere che cosa fare. Non c'è la possibilità di dire facciamo una manovra leggera o una pesante. Ma i contenuti non attengo alla scelta dei partiti". Del resto Alfano è convinto che se qualcuno - della maggioranza o dell'opposizione - alzasse la voce "i giornali scriverebbero premier ricattato dai partiti".
Inoltre questo governo, che "gli italiani hanno applaudito", è fatto "per agire in autonomia". Alfano non ha nessuna paura che i tecnici possano scendere nell'agone politico una volta portato a termine il proprio compito: "Non temo questi giochetti di palazzo. Noi dobbiamo tenere la bussola e cioè occuparci della crisi e soprattutto garantire che ci si preoccupi dei giovani". In particolare, "Passera non credo abbia intenzione di fare politica, se avesse questa intenzione lo dichiarerebbe, e poi vedremmo cosa fare".
Sul pacchetto, l'ex Guardasigilli ha detto che il proprio partito ha chiesto di non alzare l’aliquota Irpef per i redditi di 55 mila euro e per sottolineare che abbassare troppo la soglia di tracciabilità come misura di lotta all'evasione "è illiberale". Prioritario, però, è il taglio ai costi della politica anche se non per ragioni economiche: "Si devono fare perché costituiscono un atto di giustizia".
Eppure la manovra è stata in queste ore duramente contestata dai sindacati.
"Conosco le idee della Camusso e non mi sorprende", ha detto il segretario Pdl, "Non ha mai dato un contributo a un percorso riformatore quando eravamo noi al governo, non lo dà neanche adesso e si tratta di una scelta politica definitiva: le va bene lo status quo e per lei va bene come va l’Italia adesso, ma per noi l’Italia deve migliorare".Sul futuro del partito, Alfano ha sottolineato con "è un delitto senza movente immaginare che Berlusconi stia agendo per la scomposizione dei poli".
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