RomaPorte aperte per tutti ma soltanto nel pieno rispetto della dignità di ciascuno. Senza «accantonamenti» o condizioni capestro. Angelino Alfano sale sul palco della kermesse di Saint Vincent organizzata dal ministro Gianfranco Rotondi e pianta subito qualche paletto nel dibattito, spedendo un messaggio a destinatario doppio. Un monito indirizzato ufficialmente allUdc ma pensato anche per arrivare alle orecchie dei frondisti e a tutti coloro che lavorano nellombra o sotto la luce dei riflettori per un governo di larghe intese.
«La condizione che mi viene posta» dallUdc è accantonate Berlusconi e noi siano pronti. È una condizione impraticabile e ingiusta. Io lavoro per un percorso di allargamento dellarea moderata, senza condizioni capestro» puntualizza il segretario del Pdl. Parole chiare che provocano la replica del segretario Udc, Lorenzo Cesa. «Non esiste lipotesi di una collaborazione credibile tra chi oggi legittimamente sostiene questo governo e chi invece, come noi, lo ritiene fallimentare». Alfano, in ogni caso, si dice fiducioso sul futuro del Pdl: «Sarà lottimismo della volontà oppure quello della ragione che mi animano, ma conservo lottimismo di chi pensa che possiamo vincere le elezioni nel 2013, dimostrando di aver governato lItalia al meglio possibile in un momento difficoltosissimo come quello della crisi, anche perché Bersani, Di Pietro e Vendola sono divisi su tutto». Un lavoro, quello dellesecutivo, che deve essere giudicato accendendo la memoria e allargando la prospettiva alle fallimentari esperienze del recente passato. «Quando abbiamo governato noi i cittadini se ne sono accorti grazie alla stabilità, quando sono stati loro al governo hanno prima candidato Occhetto, poi Prodi, poi DAlema, DAlema bis, poi il governo Amato e a fine mandato hanno candidato Rutelli nel 2006, nel 2008 Veltroni». Alfano fa ricorso allironia per mettere laccento sui paradossi del dibattito in corso. «La sinistra pensa che se si facesse il governo di larghe intese o, peggio, se invece di Berlusconi andasse al governo Bersani a Wall Street si emozionerebbero, le borse subirebbero una spettacolare impennata, i mercati recupererebbero fiducia, lo spread rispetto al bund tedesco si accorcerebbe e anche alla City di Londra cambierebbe tutto!. Purtroppo - continua - questo è il provincialismo della sinistra che non sa guardare agli orizzonti più ampi che caratterizzano questi nostri tempi». In ogni caso «noi non intendiamo tornare indietro sul bipolarismo, una condizione di democrazia trasparente in cui chi vince governa e chi perde va allopposizione». E a proposito della legge elettorale, il segretario del Pdl sottolinea la necessità di «mantenere lindicazione del premier e dare possibilità ai cittadini di scegliere i candidati».
Sulle offensive frondiste e sulla «scossa» invocata da Claudio Scajola, Alfano, alla vigilia di una settimana delicatissima, preferisce gettare acqua sul fuoco. «Cè un eccesso di enfasi sullipotesi di divisione interne al Pdl. Quando nel Pdl non ci sono discussioni si dice che siamo una caserma, e quando si discute si dice invece che è cè un caso. I giornali non riescono a trovare una via di mezzo ma non riusciranno a farci litigare».
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