Alitalia: Aeroflot lascia, 2.350 i tagli di Toto

da Milano

Aeroflot si ritira dalla gara per Alitalia e Air One ufficializza un doloroso piano di tagli, 2.350, necessari a suo avviso per risanare la compagnia. Le due notizie s’intersecano: da una parte un soggetto sbatte la porta e se ne va, contemporaneamente un altro, quello che ormai appare il più accreditato per l’impegnativo merger, fa dei passi avanti diplomatici nella sua azione di avvicinamento. Ora, almeno in teoria, in gara restano in due: Air One, appunto, e MatlinPatterson, il fondo statunitense che dopo aver annunciato il suo rientro nella competizione, non ha dato più notizie di sé.
La notizia dell’abbandono di Aeroflot è stata diffusa in mattinata da Mosca e ha avuto, come effetto immediato, la sospensione in Borsa del titolo Alitalia per eccesso di ribasso (è arrivato a perdere il 6% per chiudere la seduta a meno 1,08%). Polemiche le dichiarazioni dei vertici della compagnia statale russa: non ci sono stati forniti - hanno detto, in sostanza - dati sufficienti a una valutazione che ci permettesse di elaborare un valido piano di risanamento, e abbiamo registrato influenze politiche palpabili. Fonti finanziarie rimarcano la strumentalità di tali affermazioni: dicono che, in realtà, Aeroflot non aveva né trovato, presso le banche interpellate, il credito necessario a finanziare un piano che, peraltro, prevedeva perdite per i prossimi cinque anni; né aveva risolto il problema dell’italianità necessaria per mantenere in vita i diritti di volo di Alitalia. Quanto ai dati messi a disposizione dei concorrenti nella data room, la cui lacunosità è stata oggetto di critiche anche da parte di Air One, fonti vicine alla compagnia fanno osservare che nulla è stato «sbianchettato», come coloritamente riferito, ma che i (numerosi) «omissis» rispondevano alla richiesta di riservatezza avanzata da fornitori, e alla delicatezza dovuta a una gara pubblica, aperta anche a un diretto concorrente.
Nelle stesse ore Carlo Toto, proprietario di Air One, ha incontrato le nove sigle sindacali alle quali ha esposto le linee del suo piano che coinvolgono direttamente la forza lavoro (per effetto soprattutto delle sovrapposizioni di attività tra le due compagnie). I tagli sono addirittura superiori ai 2mila anticipati, alcune settimane fa, dal Giornale: sono 2.350, tutti fra il personale di terra e di volo di Alitalia Fly, nell’arco del piano quinquennale 2008-2012. In particolare, 1.600 tagli verrebbero effettuati nel settore amministrativo, 300 tra gli assistenti di volo e 450 tra i piloti. Nell’arco del piano, però, 550 andrebbero in pensione e quindi la ripartizione degli esuberi vedrebbe 1.400 lavoratori di terra, 100 assistenti di volo e 300 piloti.
Da un punto di vista operativo, il piano prevede un aumento delle rotte, delle frequenze e della flotta di lungo raggio, il rinnovo della flotta di medio raggio e un aumento di aerei regionali. Quanto alle risorse finanziarie, non sono state ancora chiarite né le loro dimensioni, né i modi in cui, tecnicamente, saranno conferite. Toto si è detto soddisfatto dell’incontro, convinto della possibilità del rilancio di Alitalia, e ha voluto responsabilizzare il sindacato. Il suo obiettivo, ha detto, è di creare la quarta compagnia europea.
La Consob, infine, ha chiesto ieri al ministero dell’Economia informazioni sulla procedura di vendita di Alitalia e se è confermata, alla luce del ritiro dei russi, la scadenza del 12 luglio.

La commissione ha inoltre invitato Ap Holding e Unicredit-Aeroflot (ma stranamente non MatlinPatterson) «a fornire, se lo riterranno utile, ulteriori elementi affinché il mercato possa valutare al meglio la situazione».

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